Siamo stati colti di sorpresa all’improvviso. Un virus ci ha posti in isolamento sociale. Se eravamo abituati a una routine di lavoro, mezzi di trasporto pubblici e attività fuori casa, ora siamo quasi obbligati a sospendere tutto temporaneamente e a rimanere a casa.
E allora approfittiamo di questo periodo per riflettere. Vale la pena di pensare ai nostri atteggiamenti e alla nostra vita. Come ci stiamo comportando nei confronti della nostra famiglia? Il lavoro ha monopolizzato talmente il nostro tempo che non riusciamo a convivere con i nostri parenti più prossimi? Stiamo cercando una crescita nella fede e una maggiore vicinanza a Dio?
È sempre bene ricordare che ogni crisi ha una data finale (anche se non la conosciamo). Per questo dobbiamo consolidare la nostra fiducia in Dio. È Lui che ci rafforzerà perché possiamo attraversare questo periodo, attraverso la preghiera e la meditazione della Parola.
Leggi anche:
Come il carattere ci condiziona di fronte al coronavirus
Questa crisi presenta anche nuove opportunità. Se non si ha l’abitudine di pregare con la propria famiglia, si può approfittare di questo momento di raccoglimento e iniziare un nuovo cammino di fede accanto ai propri cari. È un momento propizio per rivalutare i propri atteggiamenti.
E questo isolamento sociale può anche essere fonte di nuovi insegnamenti. Ci stiamo prendendo cura della nostra salute (fisica e spirituale)? Possiamo considerare questo periodo come un tempo di raccoglimento, riflessione e conversione, per poter amare di più e volgere il nostro sguardo e la nostra vita a Dio.
Nei periodi di dubbio e incertezza andiamo avanti con Gesù. Quando non abbiamo risposte, Egli ci indicherà il cammino. È nella certezza di essere al fianco di Colui che ha vinto il mondo che speriamo in tempo migliori.
Seguiamo quello che San Paolo ha scritto nella Lettera ai Romani: “Siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” (Romani 12, 12).