di Isaac Whiters
In questo momento sembra che non si possa parlare d’altro se non del coronavirus. Ho notato che la mia abitudine di collegarmi ai social media per rilassarmi ha un effetto opposto, perché non fa che farmi arrivare voci ansiose.
Mentre scrivo, tuttavia, nel Regno Unito spopola la definizione “Madre di Dio” (con 3.771 tweet secondo Twitter), anche se in varie accezioni – dalla risposta accorata alle ultime stime sulla diffusione del virus all’esclamazione triviale perché la BBC ha sospeso le riprese di Line of Duty, un poliziesco molto in voga nel Paese.
Prima che il virus dominasse le nostre vite, qui in Inghilterra la Chiesa si stava preparando a dedicare nuovamente il Paese a Maria, cosa che ha un grande significato storico, visto che l’Inghilterra è stata dedicata per la prima volta a Maria da re Riccardo II nel 1381. La nuova dedicazione è stata sempre fissata e resta prevista per il 28 marzo. Ora, però, si svolge in un contesto decisamente nuovo, e diventa un evento profondamente spirituale in un’epoca di crisi non solo nazionale, ma globale.
Anche prima che Twitter decidesse di parlare di lei, Maria faceva parte delle conversazioni sul coronavirus. La settimana scorsa ho visto che molti dei nostri leader religiosi si sono rivolti sempre di più alla Madre di Dio.
Mercoledì 11 marzo, solo due giorni dopo l’imposizione della chiusura nazionale dell’Italia, Papa Francesco ha diffuso un videomessaggio in cui stabiliva una giornata di preghiera e digiuno per l’emergenza coronavirus. Il Pontefice ha chiesto l’intercessione della Beata Vergine Maria davanti alla sua statua nel santuario del Divino Amore. 75 anni fa, Papa Pio XII ha pregato davanti alla stessa statua mentre le truppe naziste si ritiravano dall’Italia durante la II Guerra Mondiale.
Due giorni dopo, la Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti ha diffuso una riflessione e una preghiera del suo presidente, l’arcivescovo José H. Gomez, che vi chiedeva l’intercessione di Nostra Signora di Guadalupe, patrona delle Americhe. “Regina degli Angeli e Madre delle Americhe”, ha pregato l’arcivescovo, “oggi ci rivolgiamo a te come tuoi figli amati. Ti chiediamo di intercedere per noi presso tuo Figlio, come hai fatto alle nozze di Cana”.
Il giorno dopo, sabato scorso, l’arcivescovo Eamon Martin, primate di tutta l’Irlanda, ha twittato che il 25 marzo tutto il Paese e la sua popolazione sarebbero stati consacrati “al Cuore Immacolato di Maria per la protezione dal coronavirus”, invitando i suoi fratelli sacerdoti e vescovi e tutti i fedeli a unirsi a lui.
Martedì 17 marzo, quando il santuario di Lourdes è stato chiuso per la prima volta nella sua storia, i vescovi di Francia hanno esortato i fedeli francesi a recitare una novena a Maria per il coronavirus. La preghiera si è conclusa dicendo: “Maria…, ti preghiamo e ti affidiamo la nostra vita in un momento in cui anti uomini e tante donne temono per la propria vita. Assisti i malati e quanti si pendono cura di loro, accogli i defunti e conforta le famiglie”.
Papa Francesco ha anche compiuto un pellegrinaggio a piedi per le strade vuote di Roma fino alla basilica di Santa Maria Maggiore, per pregare la Vergine Maria nel suo titolo di Salus Populi Romani, ovvero salute e salvezza del popolo romano. Giovedì 19 marzo ha inviato a un Rosario globale. Penso di non aver mai visto la Chiesa parlare di più di Maria.