Fonte legittima e onnipresente d’inquietudine, in questo nostro tempo, la pandemia non è a sua volta al riparo dallo spirito di alcuni commentatori. In un tweet Pierre Durieux, segretario generale dell’associazione Lazare, ha associato il nome della malattia a un passo del Nuovo TestamentoE se “Covid-19” potesse ispirarci altro che la malattia di cui tutti stanno parlando? Lo suggerisce Pierre Durieux, responsabile delle case Lazare, che propone un’altra traduzione: “Co” come abbreviazione per “Lettera ai Corinzi”, “vi” come “6” in numeri romani (riferimento al capitolo) e 19 come riferimento al versetto*.
Quel che si trova in 1*Co 6,19 è precisamente questo:
Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi, e che avete ricevuto da Dio? Voi infatti non appartenete più a voi stessi.
C’è di che riflettere…
COVID 19, c’est pour :
Co = Corona
Vi = Virus
D = Disease
19 = Année de sa découverteCO VI D 19, ça fait aussi penser à
Co : épître aux Corinthiens
VI : chapitre 6
19 : verset 19 pic.twitter.com/3AUvFfHr3J— Pierre Durieux (@PierDurieux) March 25, 2020
*: se qualcuno obiettasse che le lettere ai corinzi sono due e che dunque è arbitrario scegliere la prima anziché la seconda, si risponderà ricordando che la seconda lettera ai Corinzi ha bensì un capitolo sesto, ma quest’ultimo conta solo diciotto versetti.
[traduzione dal francese a cura di Giovanni Marcotullio]