Gli ultimi giorni di gravidanza sono fatti apposta per farti allenare una grande risorsa della maternità: la pazienza. E la fiducia in te stessa e nel tuo bambino.E così il famigerato “termine” è arrivato. La data presunta (che infatti si chiama PRESUNTA) è arrivata e, nella stragrande maggioranza dei casi, è anche passata.
Solo il 4% dei bambini nasce il giorno del termine, una piccola percentuale per vari motivi nasce prima, la stragrande maggioranza di noi arriva allo scadere delle famigerate, convenzionali, 40 settimane e… lì rimane. Con la sua pancia, le sue inquietudini, l’orda di sms e telefonate di “ma non è ancora nato??”. E un incalzare più o meno inconscio di “devo fare qualcosa!”. Allora cosa possiamo fare davvero allo scadere della 40esima settimana?
1) Per prima cosa, ricordarci che la gravidanza umana è fisiologica tra 37 e 42. Il termine, la scadenza…non solo sono parole orrende, soprattutto quando riferite a una vita che inizia, ma anche pura convenzione. E anche un po’ un modo per contenere l’ansia e riportare una cosa sfumata e spaventosa come il diventare genitori nei confini controllabili delle coordinate spazio temporali. Quindi, se proprio non siamo riuscite a buttare il calendario prima (anche se noi ve lo avevamo già consigliato qui), buttiamolo adesso. Accettiamo con gratitudine i controlli, ma senza guardare il calendario.
2) Il travaglio per partire ha bisogno di due cose. La prima la fa nostro figlio: è lui che rilascia una proteina collegata al funzionamento polmonare e informa il sistema della madre di essere pronto a uscire. Su questa ovviamente, possiamo fare poco. Ma ricordarcene è importante, soprattutto quando si inizia a parlare di scollamento delle membrane. Perché quel piccolo cosino che abbiamo creato dal nulla è meno passivo di quanto sembri!
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3) La seconda è biochimica, e dipende molto da noi: il travaglio per partire ha bisogno di tutti gli ormoni della calma e dell’amore che possediamo. Nessun travaglio al mondo può partire se noi siamo tese e preoccupate (per la questione delle tigri dai denti a sciabola). L’idea che nostro figlio possa davvero essere in ritardo fa parte delle cose ad alto potenziale di adrenalina. Rilassarsi e godersi questi giorni non solo è più piacevole, ma è anche biochimicamente più potente.
4) Ci dicono tutti che dobbiamo camminare, muoverci, fare le scale ecc… Ma attenzione, persino Michel Odent recentemente ha detto di smettere di dire alle donne di camminare! Una passeggiata gradevole e piacevole, infatti, va benissimo. Ma quelle specie di marce militari con piglio da conquistatore che ci troviamo a fare pensando “deve nascere, deve nascere” hanno l’effetto esattamente contrario. Quindi muoversi sì, ma con il gusto e il piacere di farlo.
5) Ci sono cose che oggi ti sembrano normalissime, che si trasformeranno in lussi rari ed estremi – o operazioni ad alta densità di pianificazione – non appena il tuo bambino sarà nato. Andare al cinema (soprattutto se più avanti dovrai triplicare il costo del biglietto pagando una tata); stare seduta sul divano a leggerti un libro; passare del tempo a giocare da sola con il tuo bambino più grande; improvvisare un’uscita a cena con tuo marito o un’amica; restare a letto la domenica mattina. Hai passato il termine? Ti hanno appena regalato qualche giorno di vacanza bonus. Approfittane!
La tentazione di cedere alla pressione, alla paura, all’incalzare di nonne, suocere e vicine potrebbe farsi sentire. Il cervello inizia a mettersi in modalità travaglio, a detrimento della nostra razionalità e potrebbe insinuarsi una subdola voglia di lasciar fare ad altri. La prospettiva di un’induzione potrebbe iniziare ad assumere contorni rassicuranti o promettenti ed è il caso di ricordare che l’OMS raccomanda di farvi ricorso solo in caso di reale necessità medica.
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Lì dentro il tuo bambino sente tutto, soprattutto le tue emozioni. Sono gli ultimi giorni in cui puoi avere un impatto così forte, immediato e diretto sul suo e sul tuo benessere.
Gli ultimi giorni di gravidanza sono fatti apposta per farti allenare una grande risorsa della maternità: la pazienza.
E la fiducia in te stessa e nel tuo bambino.
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