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Perché l’Annunciazione si celebra il 25 marzo?

Annunciation

Francisco Rizi | Public Domain

Philip Kosloski - pubblicato il 25/03/20

La data dell'Annunciazione è stata determinata dopo che era stato stabilito il giorno della morte di Gesù

Nel cuore della Quaresima, la Chiesa celebra una festa che onora l’incarnazione di Gesù Cristo nel grembo della Vergine Maria. È una festa interessante, perché interrompe il digiuno e la penitenza della Quaresima per celebrare la venuta di Gesù al mondo.

I Vangeli non menzionano la data dell’Incarnazione di Gesù, né quella della sua nascita. Di conseguenza, i primi cristiani hanno dovuto fissare dei giorni specifici per queste celebrazioni tenendo conto delle tradizioni sia scritte che orali.

Dopo attente considerazioni e lunghi dibattiti, la Chiesa delle origini ha fissato la festa dell’Annunciazione al 25 marzo, e questa data è stata scelta sulla base della morte di Gesù.

La data del 25 marzo per l’Annunciazione può essere fatta risalire al III o al IV secolo, ed è stata determinata per coincidere proprio con il giorno in cui Gesù è morto.

La Catholic Encyclopedia spiega il ragionamento dietro questo calcolo:

“Tutta l’antichità cristiana (contro ogni possibilità astronomica) ha riconosciuto il 25 marzo come giorno della morte di Nostro Signore. L’opinione che anche l’Incarnazione abbia avuto luogo in quella data si ritrova nell’opera pseudo-ciprianica De Pascha Computus, del 240 circa. Il testo sostiene che la venuta di Nostro Signore e la sua morte debbano aver coinciso con la creazione e la caduta di Adamo, e visto che il mondo è stato creato in primavera, anche il Salvatore è stato concepito ed è morto poco dopo l’equinozio di primavera. Le antiche martirologie assegnano al 25 marzo la creazione di Adamo e la crocifissione di Nostro Signore, e anche la caduta di Lucifero, l’attraversamento del Mar Rosso da parte di Israele e l’immolazione di Isacco”.

Alcuni dei primi cristiani credevano che una persona morisse nello stesso giorno in cui veniva concepita.

Sant’Agostino nel V secolo ha parlato di queste date nella sua opera La Trinità: “Perché si crede che sia stato concepito il 25 marzo, giorno in cui ha anche sofferto, e quindi il grembo della Vergine, in cui è stato concepito, in cui nessuno dei mortali è stato generato, corrisponde alla nuova tomba in cui è stato sepolto, in cui nessun uomo era stato deposto, né prima né dopo. Ma Egli è nato, secondo la tradizione, il 25 dicembre”.

Sembra che la data del Natale nella Chiesa romana sia stata determinata dopo aver stabilito quella dell’Incarnazione di Gesù, e come risultato il Natale veniva celebrato 9 mesi dopo il 25 marzo, tenendo conto del periodo che serve a un bambino per svilupparsi nel grembo materno.

Il 25 marzo era un giorno pieno di simbolismo per i primi cristiani, e resta una data importante per i cristiani di tutto il mondo.

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