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Vescovo di Getafe: un giorno trarremo storie di santità da questo momento tanto difficile

GINES GARCIA BELTRAN

Diócesis de Getafe

Alvaro Real - pubblicato il 24/03/20

Il vescovo di una delle diocesi spagnole più colpite dal coronavirus offre speranza e suggerimenti per sopportare il dolore

Ci sono luoghi in cui la pandemia del coronavirus sta colpendo con più forza, come la diocesi di spagnola di Getafe. Si tratta di una piccola diocesi della zona di Madrid in cui in alcune cittadine molti anziani e i sacerdoti stanno affrontando una situazione particolarmente difficile.

Monsignor Ginés García Beltrán, vescovo di Getafe, ha spiegato nel fine settimana al Espejo de COPEcome la sta vivendo e la sofferenza dei suoi sacerdoti e delle parrocchie. “Molti dei collaboratori più stretti della parrocchia sono morti o stanno morendo”, ma tenta comunque di affrontare questi momenti con speranza: “La grande lezione è che Dio non ha creato tutto questo, perché Dio non crea il male, non crea mai il male, ed è sempre lì per aiutare, per andare avanti, per promuovere la speranza”.

Come sta?

Preoccupato, come tutti. Nella preoccupazione, però, voglio che ci sia sempre speranza, e sto cercando di trasmettere questa speranza nel disastro del coronavirus, che ci ha messi fuori gioco. Com’è possibile che un’entità così piccola che si vede solo al microscopio possa aver spezzato la nostra vita, che ritenevamo perfetta e potente?

JULIAN LOZANO
Gentileza

Come la stanno vivendo i suoi sacerdoti?

Quelli che sono in ospedale stanno tutti migliorando, a poco a poco, perché il recupero è lento, e aumenta il numero dei sacerdoti che restano a casa con i sintomi del coronavirus. Sono seguiti dai sanitari via telefono. Dicono loro di rimanere a casa, di non muoversi e di seguire i consigli che vengono dati loro. Alcuni hanno la febbre molto alta. Abbiamo una dozzina di sacerdoti in quella situazione.

Ma perché accadono queste cose? Perché Dio permette questa pandemia?

Ci sono mali che sono mali morali provocati dall’uomo e altri che potremmo definire passivi, che non sono provocati dall’uomo nella sua libertà, ma vengono dalla natura o indirettamente dall’uomo con un mondo che abbiamo creato dando le spalle alla natura.

È chiaro che Dio non provoca queste cose, ma è in queste cose. La grande lezione è che Dio non ha creato tutto questo, perché Dio non crea il male, non crea mai il male, ed è sempre lì per aiutare, per andare avanti, per promuovere la speranza.

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Di Fecundap stock - Shutterstock

Abbiamo bisogno di speranza. Questa domenica abbiamo letto il Vangelo della guarigione del cielo. Tutto passerà…

Sì, sì. Quando stavo leggendo il Vangelo e celebravo la Messa, quando i discepoli hanno chiesto se aveva peccato lui o i suoi genitori, Gesù ha risposto che non avevano peccato né lui né loro. È stato per la gloria di Dio. Credo che l’origine e la causa della speranza risiedano in questo. Dobbiamo capire che tutto accade per un motivo e che dobbiamo trarre il meglio da questa situazione. Questo promuoverà la nostra speranza.

In mezzo a tanto dolore… a Valdemoro, dove diamo un volto a chi muore… Nella parrocchia dell’Assunzione di Valdemoro, molti dei collaboratori più stretti della parrocchia sono morti o stanno morendo. In mezzo a tanto dolore nella Comunità di Madrid, troviamo tante storie di santità che un giorno dovremo scrivere. Un giorno ricorderemo queste storie di santità che nascono in momenti tanto difficili.

Ha qualche consiglio pratico da offrire per la salute spirituale? Cosa possiamo fare oltre a rimanere a casa?

Si sono risvegliate alcune iniziative pastorali, con una splendida creatività pastorale. Dal punto di vista spirituale, in casa si possono fare tante cose, ad esempio unirsi all’Eucaristia in tanti media che ora la stanno trasmettendo. Cercare momenti di preghiera. Il Rosario è un’arma preziosa, perché la Vergine è potente. Avere momenti per pensare, alla nostra vita, a quello che ci chiede Dio…

Stamattina ho ricevuto un messaggio di Whatsupp da una famiglia che mi diceva: “Siamo a casa noi e i bambini. Ora abbiamo la Messa e la catechesi”. Bello, no? Non c’è catechesi in parrocchia. C’è la Messa, ma non possiamo andare. Questa famiglia ha deciso di ascoltare la Messa della parrocchia e di fare la catechesi con i bambini. Che bello!

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