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Cosa si può controllare e cosa no in materia di sessualità?

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Photo by Toa Heftiba on Unsplash

Catholic Link - pubblicato il 24/03/20

di Daniel Torres Cox

In materia di sessualità sembrerebbe di non avere il controllo totale. Perché certe caratteristiche fisiche attirano di più una persona? Perché è tanto difficile smettere di provare qualcosa per qualcuno quando il rapporto è ormai terminato? Insomma, cosa si può controllare e cosa no in materia di sessualità?

1. Controllo diretto e controllo indiretto

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Una cosa che può aiutare a capire come funzioniamo in questo ambito è la distinzione tra controllo diretto e controllo indiretto. Quando una persona vuole alzare una mano, semplicemente lo fa. Quando vuole camminare o correre, basta volerlo. Succede lo stesso con la parola, o con i movimenti che si fanno.

La cosa comune a tutti questi ambiti è che dipendono dall’esercizio della nostra libertà: siamo noi a scegliere come e quando azionarli. È quello che viene chiamato “controllo diretto”. Ma ci sono anche vari ambiti in cui non funzioniamo così.

Ad esempio, una persona non può arrabbiarsi, rallegrarsi o provare pena in modo volontario. Se ci si vuole arrabbiare, bisogna pensare a qualcosa che dà fastidio – controllo diretto –, e solo come conseguenza di questo pensiero arriva la rabbia – controllo indiretto.

La rabbia si controlla in modo non diretto, ma indiretto. L’aspetto interessante è che quello che accade con la rabbia si verifica anche con tutti gli altri sentimenti – inclusi quelli legati all’amore -, e anche con l’attrazione fisica.

2. Controllo indiretto in materia di sessualità

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Rawpixel.com | Shutterstock

Quando si parla del controllo indiretto in materia di sessualità, si fa riferimento principalmente a due ambiti: quello dei sentimenti e quello dell’attrazione fisica, ambiti in cui si può arrivare ad avere esperienze molto intense, non soggette all’esercizio della libertà.

Ad esempio, si può vedere una persona in strada e provare una grande attrazione per il suo corpo pur non volendo, o quando si inizia a trascorrere del tempo con qualcuno che piace è naturale che i sentimenti nei confronti di quella persona diventino più intensi, per quanto si cerchi di lottare contro di loro.

Ciò non vuol dire che nell’ambito della sessualità non si possa esercitare alcun controllo. Anche se quello che una persona prova può condizionare l’esercizio della libertà, resta sempre un margine per la scelta. Per quanto una persona non possa controllare ciò che le accade, può controllare ciò che fa di fronte a quello che le succede.

Per questo, non è sbagliato provare le cose di cui abbiamo parlato. Quello che può essere invece sbagliato è ciò che si fa liberamente di fronte a quello che si prova. Ad esempio, che sembri attraente la fidanzata del proprio migliore amico non è sbagliato, perché non è una cosa che si scelga. Pensare deliberatamente a lei – aumentando così quello che si prova – o cercare di fare qualcosa per separarla dal proprio amico è un’altra storia. Chiara la differenza?

3. Due conseguenze del controllo indiretto

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N_Sakarin|Shutterstock

Il fatto che le cose siano così in materia di sessualità non dev’essere motivo di frustrazione. È parte di quello che siamo, ed è importante sapere come funziona il controllo indiretto per sfruttarne le potenzalità. Le conseguenze del controllo indiretto sono due.

In primo luogo, per sentire qualcosa si deve rendere presente in modo fisico – con qualsiasi senso – o immaginativo ciò che suscita quelle sensazioni. Allo stesso modo, per smettere di provarlo bisogna allontanare – in modo fisico o con il pensiero – ciò che genera quelle sensazioni.

Si possono anche concentrare i sensi o l’immaginazione su qualcosa che susciti sensazioni contrarie. Ad esempio, per un uomo non è la stessa cosa pensare alla ragazza che piace in costume da bagno o alla nonna della ragazza che piace con lo stesso abbigliamento.

In secondo luogo, se si rende presente in modo fisico o con l’immaginazione ciò che suscita certe sensazioni, si sperimenteranno quelle sensazioni anche se non si vorrebbe. Per questo è più difficile dimenticare una persona quando per qualche ragione si deve continuare a trascorrere del tempo accanto a lei.

Per questa ragione, è anche molto importante evitare situazioni “complicate”. Se ci si espone ad esse, è molto probabile che accadano delle cose, per quanto non se ne abbia l’intenzione. “Vieni da me stasera a vedere un film, i miei genitori non ci sono”. È molto probabile che il film finisca in secondo piano.

L’autore ha anche un blog intitolato www.amafuerte.com, in cui potrete trovare altri contenuti su questo tema.

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link

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