separateurCreated with Sketch.

Papà, non evaporate! (VIDEO)

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Giovanna Binci - pubblicato il 19/03/20
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

L’ultimo video di Giovanni Scifoni per la festa del papà vi strapperà tante risate, ma anche una riflessione più che mai attuale: così centrale per le famiglie, il papà, oggi, rischia di evaporare.Non sono multitasking, non sono resistenti alle malattie (ricordate quando dicevano che il Covid19 era “solo” influenza? Avevano dimenticato di aggiungere “come quando tuo marito prende l’influenza”). Non sono bravi con gli anniversari e se vi è andata davvero male, neanche coi regali (per questo, però, c’è la lista dei desideri pubblica di Amazon o vostra sorella che si offre gentilmente e soprattutto spontaneamente di aiutarli). Quando dicono vado un secondo al bagno in realtà si eclissano per almeno un’ora (come mai, noi mamme facciamo tutto in 30 secondi che manco il pit stop della Ferrari?) e invece dei classici rumorini si sentono solo gli sgozzamenti dell’ultimo giochino per cellulare che hanno scaricato. Qualcuno dovrebbe spiegare loro che SkySport24 non significa che devono per forza guardarlo H24: ogni tanto, un ripassino di Guerre Puniche col figlio farebbe bene pure a loro, che noi abbiamo già dato con la prova del nove e le divisioni a due cifre. Mettici pure i problemi di vista (come si fa a non vederlo, ancora, quel maledetto calzino che tu pieghi e rimetti sempre al solito posto?) e certi giorni ti viene proprio da chiederti come questi fenotipi XY siano sopravvissuti alla selezione naturale fino ad oggi!


DAD
Leggi anche:
Da dove vengono i papà? Storia della dissoluzione e della rinascita di un ruolo

Eppure, non possiamo ancora fare a meno dei padri. E non dico di padri migliori, più puntuali, più multitasking, meno smemorati e tutto il resto: insomma, più come li vorremmo noi madri. Non possiamo fare a meno proprio di questi padri qui. Come ci ricorda Giovanni Scifoni nell’ultimo video pubblicato per la festa di San Giuseppe, patrono di tutti i papà, non possiamo fare a meno “del padre che c’è”. Quello a cui siamo stati affidati. Quello che, nonostante tutti gli stereotipi che potremmo elencare (e si scherza, eh, ragazzi, che potrei trovarne altrettanti per noi donne) resta le spalle da cui abbiamo toccato per la prima volta il cielo, la mano calda e grande che ci ha accompagnato e che abbiamo imparato a lasciare, certi di trovarla lì al primo inciampo, resta l’uovo fritto migliore che abbiamo mai mangiato a merenda, più gourmet di qualunque creazione di Cracco. Un padre che resta nel ricordo per sempre e nella concretezza dei gesti, nelle parole anche se poche e soprattutto in quel farsi primo difensore della famiglia pure se non riusciva a salare la pasta mentre ripetevamo gli Etruschi.

Quel padre presente col suo essere maschio che, per fortuna, non ha niente a che vedere col nostro essere femmine quindi geneticamente più ansiose, apprensive, perfezioniste, puntuali, logorroiche (oltre a tante altre cose meravigliose, sia chiaro). Forse, il danno, lo abbiamo già fatto da questo punto di vista, ma la colpa non è solo vostra, papà: siamo noi che oggi abbiamo rinunciato a essere madri, spesso, e chiediamo a voi di snaturare il vostro insostituibile ruolo per venire incontro a carriere, aspirazioni, sogni. Alla fine (probabilmente pure perché impieghiamo meglio la mezz’ora in bagno!) ci siamo anche riuscite, a vincere questa battaglia, a trasformarvi più nei “mammi” che volevamo, senza accorgerci di quanto abbiamo perso. Voi opponetevi, non lasciatevi “evaporare” per dirla con le parole di Giovanni Scifoni, non accontentatevi di essere intrattenitori, amici, urlatori. Non accontentatevi di essere niente di meno che padri: quelli che adorano la Play come avessero ancora sette anni e sono la gioia dei figli, quelli che sanno sdrammatizzare, quelli che basta una parola, quelli che al parco non stanno sempre con gli occhi fissi sulla prole (io, ogni tanto, ho i brividi a guardarli e mi chiedo come non possano prevedere le almeno 345246 maniere con cui il duenne potrebbe buttarsi a testa in giù dalla pertica), quelli che, col loro essere uomini sanno mettere a tacere le ansie e le fragilità che spesso attanagliano noi donne. I padri che ci sono, anche quando “chiedi a mamma” sembra essere l’unica soluzione!