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Non puoi smettere di dare qualcosa che hai ricevuto in misura infinita

FORGIVE

Antonio Guillem|Shutterstock

don Luigi Maria Epicoco - pubblicato il 17/03/20

Settanta volte sette: anche se contassimo fino a settanta volte sette per essere ligi al Vangelo non avremmo colto il senso di quello che è il perdono cristiano. Il perdono è strabordante nei suoi doni e per questo, va dato senza misura.

In quel tempo Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette.
A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa.
Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».

Matteo 18,21-35

Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette».

La domanda di Pietro più che una richiesta sembra una domanda ironica: “Signore basta perdonare all’infinito?”, e Gesù risponde: “No non basta, bisogna moltiplicare l’infinito”. Basterebbe questa affermazione di Gesù a chiudere la partita del Vangelo di oggi. Eppure Gesù sente il bisogno di spiegare a Pietro dove si trova la radice di un eccesso di perdono così grande, e racconta una strana e paradossale parabola. C’è un uomo che ha un debito immenso, e il re con cui ha contratto questo grande debito chiede la restituzione. Quell’uomo è disperato. Il debito è sproporzionato rispetto alle sue possibilità di pagamento. L’unica cosa che gli viene in mente di fare e gettarsi ai piedi di questo re per implorare pazienza e misericordia. Quel re non rimane indifferente davanti a quel dolore, e non solo gli concede tempo ma gli condona un debito così grande. Venendo fuori da questa brutta storia quell’uomo incontra un servo come lui. Questa volta è questo suo pari ad avere un banalissimo debito nei suoi confronti. A paragone con la sua storia dovremmo dire che gli deve pochi spiccioli, ma quell’uomo comincia a pretendere la restituzione di quel debito in una maniera così esagerata che alla fine fa arrestare quel suo amico e lo mette in una condizione di profonda disgrazia.

Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto.

Ecco perché dovremmo imparare a perdonare sempre, perché noi siamo stati i primi ad essere stati perdonati. Se non ci accorgiamo di questo perdono ricevuto allora è difficile capire la richiesta esagerata di Gesù.

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