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Coronavirus: perché per alcuni restare a casa è quasi peggio che ammalarsi?(VIDEO)

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Silvia Lucchetti - pubblicato il 13/03/20
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“Non sappiamo più stare in casa”: così esordisce in un breve filmato don Andrea Lonardo interrogando ciascuno di noi senza offrire facili risposte.Perché è così difficile adeguarsi all’imperativo: “iorestoacasa”, oggi divenuto assoluto, a causa dell’epidemia in corso? Se lo chiede girando la domanda a tutti noi un uomo di fede e di cultura, monsignor Andrea Lonardo, che ha diretto per oltre 11 anni l’Ufficio Catechistico e il Servizio diocesano per il catecumenato, e oggi guida l’Ufficio per la Pastorale Universitaria di Roma.

Cosa rende così problematico per singoli e famiglie restare all’interno delle mura domestiche, tanto da cercare di evaderle pur sapendo di rischiare il contagio del Coronavirus? Il sacerdote non offre, come fanno tanti in questo momento, ricette più o meno fantasiose per rendere meno penosa la “prigionia”, ma va alla radice del problema interrogandosi su quali siano i motivi per cui restare in casa per molti risulta intollerabile.


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È una domanda “che tocca la radice del nostro essere”, e che il Coronavirus sta facendo emergere in tutta la sua pregnanza, in quanto ci costringe a ripensare come la nostra cultura ci condizioni massicciamente a privilegiare lo sguardo e il movimento verso l’esterno, annichilendo il dialogo interiore, la capacità di fare compagnia a noi stessi, il contatto profondo con i nostri cari ridotto a meri scambi di servizio per gestire la quotidianità sotto il profilo pratico e materiale. Il virus non sta facendo solo vacillare l’illusione di poter controllare i pericoli del mondo esterno, mettendo a nudo tutta la nostra vulnerabilità, ma anche quella di riuscire ad eludere le domande sul significato autentico della nostra esistenza grazie al continuo affaccendarsi nel mondo fuori di noi, che ci fornisce l’alibi della mancanza di tempo per pensare. Oggi questo tempo improvvisamente e inaspettatamente c’è, e per molti questo è più incredibile ed angosciante del Covid-19.