La prima cosa è avere voglia di pregareLa preghiera è il momento di intimità con Dio. Quando il nostro cuore e la nostra mente tacciono, possiamo ascoltare e capire la volontà del Padre nella nostra vita. Ma come farlo? Come rendere la preghiera un’abitudine efficace?
Il primo pensiero dev’essere la decisione di pregare. Sì, per riuscire a raggiungere questo obiettivo dobbiamo avere la volontà, perché bisogna superare i vari ostacoli che proveranno ad allontanarci dalla preghiera. Bisogna sforzarsi.
San Paolo ci mette in guardia su questo nella Lettera agli Efesini (6, 18): “Pregate in ogni tempo, per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica; vegliate a questo scopo con ogni perseveranza”.
La nostra preghiera può essere individuale. Nel Vangelo di Matteo (14, 22-23), leggiamo che “Gesù obbligò i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, mentre egli avrebbe congedato la gente. Dopo aver congedato la folla, si ritirò in disparte sul monte a pregare”.
Leggi anche:
Una bella preghiera dall’Oriente da recitare in Quaresima
In altre occasioni, come nella trasfigurazione sul monte Tabor, Gesù non era solo al momento di pregare: “Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo, e salì sul monte a pregare” (Luca 9, 28).
Se la preghiera individuale è potente, quella congiunta può avere ancora più forza. Nel libro dell’Esodo (17, 8-13) abbiamo la lotta di Israele contro Amalec. Mentre Giosuè stava combattendo, Mosè salì in cima alla collina per pregare. Era accompagnato da Aronne e Cur, che sostenevano le sue mani alzate. E così, con la preghiera di Mosè, Giosuè sconfisse Amalec e il suo popolo. Se siamo in difficoltà al momento di pregare, di vincere le nostre battaglie, è bene avere accanto fratelli nella fede che ci aiutino.
Gesù, del resto, ha detto: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Matteo 18, 20).
Dobbiamo quindi essere perseveranti nella preghiera, sia essa individuale o di gruppo, per raggiungere le grazie di cui abbiamo tanto bisogno.