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(Corto animato) Mi sento spezzato, Signore, e oggi voglio chiederti di guarire il mio cuore

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Catholic Link - pubblicato il 08/03/20
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di Nory Camargo

Questo corto mi è arrivato grazie a mio cognato Pablo, e se state leggendo potreste pensare “Che importanza ha?” Il fatto è che Pablo ha avuto una conversione incredibile, è uno di quei ragazzi che vedi per stada e non penseresti mai possa servire in chiesa. Ha i capelli rasta, che confondono la gente visto che ci affrettiamo sempre a giudicare in base a quello che vediamo. Sua madre dice che i suoi capelli servono anche a evangelizzare, ed è vero!

Sicuramente a Pablo questo corto è sembrato carino, lo ha condiviso con varie persone ed è finita lì, ma non immaginava che quella pazza di sua cognata si sarebbe sentita ispirata a scrivere dopo che suo fratello (l’amore della mia vita) me lo aveva inviato emozionato perché mi mettessi a scrivere come se non ci fosse un domani.

Il corto è di Yes He is e si intitola “Rotto”, una parola piccolissima che tuttavia risveglia mille sentimenti. “Rotto” può essere il nostro cuore, lo spirito o anche il corpo. Può essere “rotta” la speranza, l’allegria o la voglia di andare avanti. Vederlo mi ha fatto ricordare che tutti ci siamo sentiti spezzati qualche volta, ma come accade nel corto, se permettiamo che Gesù ci abbracci tutto cambia.

Sono spezzato dentro, Signore

Anch’io mi sono sentita spezzata, danneggiata. Ho sentito che mi facevo a pezzi, ma poi, con il gesto più inaspettato, Dio arriva e mi dice “Sono qui”. A volte ci sforziamo di non crollare, ma le azioni altrui ci fanno male, ci sembrano incoerenti. Perché l’altro si impegna a danneggiarmi?

Con questo non voglio dire che il nostro dolore o la nostra sofferenza sia dovuta solo a terzi. A volte il dolore è anche conseguenza delle nostre decisioni sbagliate, del nostro agire in modo egoista e senza senso. Mi sento spezzata quando mi sforzo di agire con carità e pazienza ma l’altro mi risponde gridando con il cuore pieno di furia.

Mi sento spezzata quando altri mi rifiutano senza avere il coraggio di conoscermi, quando cerco consolazione nei miei cari ma non la trovo, quando sembra che il mio amore o ciò che faccio non basti. Quando grido a Dio per ricevere una risposta e invece mi martella solo il silenzio.

Può essere che da fuori non sembriamo spezzati, che sorridiamo al lavoro o a casa e magari scherziamo anche. Può essere che ci sembri più facile fingere che dire a voce alta che stiamo crollando. Può essere che il nostro cuore sia in preda al rancore e alla rabbia nei confronti di Dio, e che dobbiamo abbassare la testa e chiedergli perdono.

Mi riconosco fragile e bisognoso del tuo amore

Quanto manca a tutti noi l’abbraccio di Gesù! Quanto vorremmo che arrivasse come in questo corto ad abbracciarci con forza, a risistemare quello che è rotto, a guarire ciò che fa male, a curare ciò che fa soffrire, a far brillare quello che prima rimaneva in penombra!

Quanto sono assetata del tuo amore, Signore, e non solo del tuo abbraccio, ma anche del fatto che Tu faccia del mio cuore ciò che vuoi! Pensare al fatto che l’amore di Gesù per noi ha limiti offre una consolazione inimmaginabile. Dio stesso fatto uomo ha voluto essere come noi. Ha voluto venire al mondo fragile e piccolo, avvolto in fasce.

Ha voluto crescere come tutti, avere amici, camminare, sedersi a tavola e poi morire nel modo più crudele per amore! Il mio Gesù, il mio dolce Gesù, ha sofferto tutti i dolori, ha sopportato tutti i tradimenti, gli inganni, i rifiuti, gli insulti, gli schiaffi e le calunnie. Il re dell’universo ha provato il dolore più sordo e abissale.

E quello stesso re è colui che viene a chiederci il nostro cuore oltraggiato. Com’è possibile che il re dei re debba supplicarci di amarlo? “Rotto” è un ottimo promemoria del fatto che indipendentemente da quanto siano profonde le ferite, Dio ci accoglierà sempre tra le sue braccia.

Il dolore se ne vada, ma Gesù resti

È questo che accade quando lasciamo che Egli entri e guarisca il nostro dolore. Se lo accettiamo diventiamo fonti del suo amore, esseri capaci di riconoscere nell’altro la nostra stessa fragilità. Il corto termina con questa bella frase: “Gesù è venuto per amarti e restaurare il tuo cuore spezzato”.

Oggi, allora, quando pregherete, quando starete da soli o starete andando a dormire, confessategli in segreto che avete bisogno del suo amore, che siete stanchi di non trovare, di perseguire e non ottenere, che vi sentite stanchi, che vi mancano le forze, ma che sperate che ci sia spazio nel suo cuore insondabile.

 

Qui l’articolo originale pubblicato da Catholic Link.

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