di Nory Camargo
Questo corto mi è arrivato grazie a mio cognato Pablo, e se state leggendo potreste pensare “Che importanza ha?” Il fatto è che Pablo ha avuto una conversione incredibile, è uno di quei ragazzi che vedi per stada e non penseresti mai possa servire in chiesa. Ha i capelli rasta, che confondono la gente visto che ci affrettiamo sempre a giudicare in base a quello che vediamo. Sua madre dice che i suoi capelli servono anche a evangelizzare, ed è vero!
Sicuramente a Pablo questo corto è sembrato carino, lo ha condiviso con varie persone ed è finita lì, ma non immaginava che quella pazza di sua cognata si sarebbe sentita ispirata a scrivere dopo che suo fratello (l’amore della mia vita) me lo aveva inviato emozionato perché mi mettessi a scrivere come se non ci fosse un domani.
Il corto è di e si intitola “Rotto”, una parola piccolissima che tuttavia risveglia mille sentimenti. “Rotto” può essere il nostro cuore, lo spirito o anche il corpo. Può essere “rotta” la speranza, l’allegria o la voglia di andare avanti. Vederlo mi ha fatto ricordare che tutti ci siamo sentiti spezzati qualche volta, ma come accade nel corto, se permettiamo che Gesù ci abbracci tutto cambia.
Sono spezzato dentro, Signore
Anch’io mi sono sentita spezzata, danneggiata. Ho sentito che mi facevo a pezzi, ma poi, con il gesto più inaspettato, Dio arriva e mi dice “Sono qui”. A volte ci sforziamo di non crollare, ma le azioni altrui ci fanno male, ci sembrano incoerenti. Perché l’altro si impegna a danneggiarmi?
Con questo non voglio dire che il nostro dolore o la nostra sofferenza sia dovuta solo a terzi. A volte il dolore è anche conseguenza delle nostre decisioni sbagliate, del nostro agire in modo egoista e senza senso. Mi sento spezzata quando mi sforzo di agire con carità e pazienza ma l’altro mi risponde gridando con il cuore pieno di furia.
Mi sento spezzata quando altri mi rifiutano senza avere il coraggio di conoscermi, quando cerco consolazione nei miei cari ma non la trovo, quando sembra che il mio amore o ciò che faccio non basti. Quando grido a Dio per ricevere una risposta e invece mi martella solo il silenzio.
Può essere che da fuori non sembriamo spezzati, che sorridiamo al lavoro o a casa e magari scherziamo anche. Può essere che ci sembri più facile fingere che dire a voce alta che stiamo crollando. Può essere che il nostro cuore sia in preda al rancore e alla rabbia nei confronti di Dio, e che dobbiamo abbassare la testa e chiedergli perdono.