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I 5 libri più belli della settimana scelti per le donne

GIRL READING A BOOK

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Paola Belletti - pubblicato il 06/03/20

Non vogliamo metterci in scia alle ambulanze e sfruttare la strada che si libera per passare più veloci, per questo non porteremo in vetta anche noi i libri che parlano di pandemie, andati letteralmente a ruba. Al massimo vi consigliamo di riprendere in mano I Promessi Sposi e il Decamerone che vanno sempre benone.

Siamo tutti, tutti!, coinvolti dall’emergenza coronavirus e nel nostro piccolo (nemmeno troppo!) ci uniamo agli inviti alla massima prudenza, all’equilibrio, all’obbedienza anche solo civile. Serve di sicuro anche una dosa aggiuntiva di pazienza (e lo dico da una zona gialla che sta giungendo miracolosamente e senza feriti gravi alla fine della seconda settimana di sospensione delle lezioni scolastiche. Potenziali postulatori di cause di beatificazione, prendete nota, please!)

Come cristiani, poi, siamo certi che ogni momento, e forse questo ancora di più, sia importunamente opportuno per gridare al mondo che la Speranza vera esiste. Che Cristo è il solo Salvatore e che tutte le creature meritano di conoscere questo annuncio.

Per questo mi ha colpito una notizia locale per me che sono bresciana che racconta di biglietti anonimi comparsi nella notte in un paese della provincia dove c’era scritto “Tutto andrà bene”. Scopro ora che la diffusione è più ampia, che sta attraversando tutta la Lombardia. E’ un tentativo bello, una iniezione di fiducia che qualcuno si è sentito di inoculare nel tessuto sociale a cui appartiene.

Non basta lo slancio ottimista, però, e non deve assolutamente tradursi in leggerezza. Il virus c’è, il contagio prosegue, i casi drammatici aumentano, come le guarigioni, Deo gratias (persino quella di una vittima designata: anziana, ultraottantenne e con altre patologie).

Ma siamo cristiani apposta! Abbiamo il “post it” supremo: l’annuncio di buone nuove è il nostro mestiere. Tutto andrà bene, anche quando per qualcuno significherà una croce pesante. Ricordiamoci di sostenerci tutti reciprocamente, veri poveri Cristi. La speranza nostra è per la vita eterna ma come un bell’ago grosso di quelli per la lana, o per i lavori da pelletteria, è così robusta che buca il quotidiano, attraversa le giornate ottuse, trapassa le nostre angosce che ci accorciano il respiro e cuce tutto al destino ultimo. Per questo sa dare energia anche agli sforzi “solo” umani di vincere malanni e malattie. Sapendo e ricordando che il generale dell’esercito nemico è già caduto: la morte.

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