Quando ho incrociato la notizia su un sito inglese, mi sono ricordata di aver visto una scena simile in una puntata di Grey’s Anatomy: un paziente che suona uno strumento durante un’operazione chirurgica al cervello. La craniotomia in stato di coscienza non è infatti una fantasia e le fiction a tema medico si mostrano ben aggiornate su quelle che sono le conquiste della medicina.
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Le mani del chirurgo
Nel video diffuso a fine febbraio da molte emittenti televisive, che documenta un’operazione svoltasi a fine gennaio, si vede una sala operatoria affollata di dottori concentrati e all’opera. Circondata da camici, tubi e mascherine c’è lei, una signora inglese di 53 di nome Dagmar Turner, che suona il violino mentre i chirurghi le rimuovono un tumore dal cervello.
Lascia attoniti e stupefatti, ma non è una scena così insolita. Infatti, quando la neurochirurgia riguarda aree del cervello che governano la vista, i movimenti e il discorso è di aiuto ai dottori che il paziente sia sveglio e dia segni precisi sulla sua capacità di esprimersi e muoversi. La cosa incredibile da dire subito, l’ho scoperta ponendomi questa domanda: se il cervello funziona non è anestetizzato, il paziente non sente dolore? E documentandomi ho scoperto che il cervello non sente il dolore, ma diciamolo con le parole di chi è competente:
Si può temere che una craniotomia in stato di coscienza sia dolorosa, ma il cervello in sé non prova dolore e un anastetico locale viene usato per addormentare i tessuti limitrofi. Durante l’intervento il chirurgo chiede al paziente di parlare o di muovere certe parti del corpo, questo aiuta a identificare ed evitare di toccare certi punti. (da Smithsonian Magazine)
Nel caso della signora Dagmar suonare il violino ha aiutato il suo chirurgo, il Professor Keyoumars Ashkan dell’ospedale Kings’ College di Londra, a evitare di ledere zone cerebrali legate alla mobilità fine del braccio e della mano sinistra. Prima dell’intervento vero e proprio, ci sono volute due ore al Professor Ashkan per mappare le zone cerebrali attive mentre la musicista suonava. Un caso simile era già avvenuto nel 2016 quando un insegnante di musica era stato operato al cervello mentre suonava il sassofono e in un altro caso era stato chiesto a un paziente di risolvere problemi matematici durante la craniotomia, sempre per poter preservare capacità specifiche di quel misterioso e affascinante mondo che è la nostra materia grigia.
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Non è così fuori luogo concludere che l’operazione subita dalla signora Turner sia stato un vero concerto, in cui gli strumenti medici e le mani dei chirurghi hanno dovuto lavorare in modo che la musica potesse continuare a essere suonata.
Le mani della violinista
Era il 2013 quando Dagmar Turner scoprì di avere un tumore nella parte frontale destra del cervello: ebbe una crisi mentre suonava con l’orchestra di cui è parte, la Isle of Wight Symphony Orchestra. Residente nel Sud dell’Inghilterra, Dagmar suona il violino dall’età di 10 anni, è la sua passione e l’ha trasmessa anche al figlio, che oggi ha 13 anni. Quando a fine 2019 le è stata prospettata l’ipotesi di un’operazione chirurgica come unica via per intervenire sul tumore è stata lei stessa a proporre ai medici di rimanere cosciente e suonare durante l’intervento.