La Parola di Dio ha più forza di quella del demonio
In mezzo al deserto, alla fame, alla solitudine, Gesù è stato tentato. Anche in questo ha voluto essere simile a me. Ha voluto essere come me in tutto tranne che nel peccato.
Essere tentato non è lo stesso che essere peccatore. Pecco quando cedo alla tentazione, quando mi lascio trascinare da quello che mi accade e mi attira e non è un bene per la mia vita.
Il demonio, come Dio – per questo è chiamato scimmia di Dio -, seduce, convince, attira, suggerisce, propone.
Il demonio, che esiste davvero, anche se spesso preferirei che fosse una mia invenzione, mi porta sul suo terreno. Approfitta della mia stanchezza, della mia tristezza, della mia ansia, del mio stress.
Approfitta dei miei momenti di debolezza per imporsi sulla mia volontà e vincere con le sue insinuazioni.
Gesù ha subìto le tentazioni nel momento peggiore, quando aveva fame e sete, quando non sapeva bene che passi doveva compiere nel suo cammino dopo il Battesimo nel fiume Giordano.
E vacillava di fronte a un futuro incerto davanti ai suoi occhi, una cosa tanto diversa dalla sua vita a Nazareth. In quel momento gli è apparso davanti il demonio:
“Il tentatore gli si avvicinò e gli disse”.
Appare per tentarlo con beni possibili. Di cosa ho fame? Di pane, di successo, di gloria, di comodità, di piaceri, di benessere…
Ho fame dell’eternità, anche se non so come sarà possibile. Voglio un potere che non finisca mai, un amore che non passi, una vita che sia per sempre.
Voglio che mi servano, e non vivere servendo. Voglio essere riconosciuto, e non vivere ignorato. Voglio essere amato, non odiato.
E il demonio guarda Gesù e lo tenta nelle cose più sacre:
“Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane”.
Se è davvero quello che è, figlio dell’Altissimo, trasformi una pietra in pane. Recuperi tutti i suoi poteri.
Non è possibile. Gesù ha rinunciato ad essere onnipotente tra gli uomini. Si è sottoposto al tempo e allo spazio. Ha assunto la mia carne. E non farà mai miracoli che lo favoriscano.