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Ti pongo l’obiezione classica. Non senti ti perdere molto, restando «chiusa» in monastero?
La cosa che più mi è costato “perdere” sono stati i rapporti. Si lascia il livello immediato, quotidiano dell’essere insieme a quelli con cui si è condiviso tanto, ma si sperimenta che nulla va perduto, tutto è ridonato ad un livello più profondo. Anzi, si scopre di più il valore di quello che si è vissuto e tutto questo in me continua a vivere. Ci si accorge anche che certe cose che ritenevamo fondamentali, non sono poi così indispensabili. Per esempio, non essere bombardati minuto per minuto da quello che sta succedendo nel mondo aiuta a guadagnare una profondità di giudizio sulla realtà. Rimanere attaccati al presente nella clausura monastica, cercando di non evadere altrove o di non rimandare a tempi migliori, costringe ad accorgersi di quanto già ci è donato e a ricominciare sempre, godendo della gioia di essere continuamente perdonati.
E a chi è «fuori» e ha apparentemente aperte tutte le strade della libertà, ma si sente escluso da una felicità autentica a cosa suggerisci di guardare, o cosa inviteresti ad ascoltare?
Suggerisco di guardare all’amicizia che è la Chiesa. Lì si può ascoltare la promessa di una felicità autentica e si può percorrere la via che Cristo ci ha aperto per raggiungerla. Suggerisco di guardare alla bellezza dei santi, quelli in cielo e a quelli ancora qui sulla terra, guardare a loro come testimonianza sicura che questa felicità è possibile. “Beati” in fondo vuol dire “felici”.
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Di cosa sei grata quotidianamente? Cosa ti costa fatica?
C’è molto per cui essere grata e io credo di non esserlo abbastanza. A fine giornata mi viene da ringraziare per le cose semplici che sono successe: per avere accanto queste sorelle, per aver fatto pace con qualcuno, per aver ascoltato una parola che mi ha colpito, per aver potuto scoprire qualcosa in più di me (specialmente dentro il mio peccato), per essere stata corretta, per essere stata aiutata nel lavoro, per aver potuto partecipare alla liturgia con il cuore meno distratto del solito… mi viene anche da ringraziare perché stanno nascendo i semi sparsi nell’orto, perché ho visto uno scoiattolo nel bosco o perché il mare era particolarmente blu. In fondo tutto c’entra con l’amore di Dio per me. Però la maggior parte delle volte do tutto per scontato, oppure pretendo di fare le cose di testa mia, qui allora comincia la fatica.