di Pablo Perazzo
Questa settimana, la Sala Stampa della Santa Sede ha condiviso il Messaggio di Papa Francesco per questa Quaresima. Le sue parole arrivano senz’altro al cuore e ci spingono a vivere questo periodo con rinnovata speranza. Ecco i quattro punti su cui si centra il suo Messaggio, il cui testo è disponibile qui.
Il Papa inizia dicendo: “Vi supplichiamo nel nome di Cristo: siate riconciliati con Dio” (2 Corinzi 5, 20). Questo implica ovviamente il fatto di rinunciare ai nostri modi di intendere la vita per pensare con gli stessi criteri di nostro Signore. È Lui che sa cos’è meglio per noi.
Implica anche il fatto di prendere su di noi la nostra croce (Luca 9, 22-25). Non c’è cristianesimo senza croce. Quante volte lo abbiamo sentito, e tuttavia sembra che non lo capiamo, e resistiamo all’idea di salire sulla croce insieme a Gesù, sapendo che è l’unica via per la felicità della gloria.
1. Il mistero pasquale che ci invita alla conversione

La gioia del cristiano deriva dall’ascolto e dall’accettazione della morte e resurrezione di Gesù Cristo. Perché possiamo rallegrarci della sua morte? Perché non è rimasto sepolto, dopo tre giorni è risorto. È questo il motivo e la ragione della nostra fede.
“Se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede” (1 Corinzi 15,14). Gesù Cristo ha vinto il potere del peccato e della morte. La gioia sboccia dalla relazione con quel Cristo risorto che è vivo e vuole condividere con noi la sua vita.
Finisce l’oscurità della mancanza di senso, del vuoto, della tristezza, perché Egli è l’amore che illumina e ci entusiasma la vita. Il suo amore ci dà la vita in abbondanza (Giovanni 10, 10).
2. Urgenza della conversione

L’unico modo per sperimentare e vivere la misericordia di Dio nella nostra vita è guardare Gesù faccia a faccia, ovvero avendo un rapporto personale d’amore con Lui. È il dialogo tra due cuori. La preghiera, che rende possibile quel dialogo, non dev’essere mai vista come un obbligo, ma come una necessità che sboccia dal cuore.
Quando ci lasciamo toccare dal suo amore misericordioso, il nostro cuore di pietra diventa un po’ più tenero, e la sua grazia può riempire la vita di felicità. “Prima che essere un dovere”, dice il Papa, la preghiera “esprime l’esigenza di corrispondere all’amore di Dio, che sempre ci precede e ci sostiene. Il cristiano, infatti, prega nella consapevolezza di essere indegnamente amato”.