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Da dove deriva il giorno in più di febbraio?

GREGORIAN

Shutterstock | Olga Popova

Jaime Septién - pubblicato il 28/02/20

Pochi ne conoscono l'origine e sanno perché gli anni come il 2020 vengono chiamati bisestili

Quasi ogni quattro anni, nel calendario occidentale (gregoriano) c’è un giorno in più che si aggiunge al mese di febbraio.

Secondo Wikipedia, “anno bisestile” è un’espressione che deriva dal latino “bis sextus dies ante calendas martii”, che corrispondeva a un giorno in più tra il 23 e il 24 febbraio. Venne proposto da Giulio Cesare.

Nel calendario gregoriano, opera di Papa Gregorio XIII, questo giorno extra venne collocato alla fine del mese. Perché? La risposta è eminentemente cattolica: per fissare la data della Pasqua.

Il reverendo James Weiss, professore associato di Storia della Chiesa presso il Boston College, ha detto a The Pilot che nel 1582 Papa Gregorio XIII “iniziò ad aggiustare il calendario per portare la celebrazione della Pasqua all’epoca dell’anno in cui si celebrava quando venne presentata dalla Chiesa delle origini”.

Il calendario giuliano, usato dall’Impero Romano e chiamato così per via di Giulio Cesare, aveva seguito l’antico calendario egiziano, e aggiungeva un giorno in più ogni quattro anni. Il reverendo Weiss ha tuttavia spiegato che questo non era conforme al calendario astronomico.

“Una volta ogni quattro anni ha portato a molti anni bisestili, e col tempo l’anno del calendario non ha coinciso con l’anno astronomico”, ha aggiunto al periodico dell’arcidiocesi di Boston.




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Calendario gregoriano

Papa Gregorio ha determinato che il calendario non era sincronizzato con l’equinozio di primavera di dieci giorni. Questo è stato significativo per la Chiesa, perché la data della Pasqua è stata stabilita dal Concilio di Nicea nel 325 come la domenica dopo il primo plenilunio di primavera, e l’inizio della primavera è stato fissato al 21 marzo.

Senza questo aggiustamento, la data della Pasqua sarebbe arrivata all’estate. Il 24 febbraio 1582, Papa Gregorio ha emesso la bolla Inter gravissimas, in cui ha corretto l’errore, scrive The Pilot in un articolo riprodotto dal Catholic News Service.

“Il nuovo calendario, che si sarebbe chiamato calendario gregoriano, aggiungeva un giorno al mese di febbraio ogni quattro anni, a meno che l’anno sia divisibile per 100. Questi anni non sono bisestili. L’eccezione alla regola è che l’anno sia divisibile per 400. Seguendo questa norma, il 1900 non è stato un anno bisestile, mentre il 2000 sì”.

Grande confusione

Anche se questo ha corretto matematicamente il problema, ha proseguito il reverendo Weiss, esisteva il problema dei dieci giorni “fuori sincronizzazione”.

I Paesi cattolici come Italia, Spagna e Polonia, ha detto il reverendo a The Pilot, hanno alterato i loro calendari nel mese di ottobre, di modo che quando le persone andavano a dormire il 4 ottobre si risvegliavano il 15.

“Per complicare le cose, non tutta l’Europa ha seguito il calendario gregoriano. Per molto tempo c’è stata una grande confusione riguardo alla data, il che ha introdotto una specie di caos negli appuntamenti europei”.

La Turchia, ultimo Paese

Nei 200 anni successivi, la maggior parte delle Nazioni europee ha adottato il calendario gregoriano, ha proseguito Weiss. L’ultimo Paese a farlo è stata la Turchia, nel 1927.

Oggi la maggior parte del mondo usa il calendario gregoriano. Alcune eccezioni, come Etiopia, Arabia Saudita, Iran e Afghanistan, usano ancora i loro calendari tradizionali.

Altri, come India, Bangladesh e Israele, usano sia il calendario gregoriano che quello tradizionale per indicare il passare del tempo. Per via della globalizzazione finanziaria e dell’egemonia degli Stati Uniti, però, in quasi tutto il mondo c’è l’anno bisestile come proposto da Papa Gregorio XIII.

Con informazioni del Catholic News Service

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