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Essere polvere amata… Riflettere con Papa Francesco e Sant’Agostino

SAINT AUGUSTINE

Sailko | CC BY 3.0

Mike Eisenbath - pubblicato il 27/02/20

Approfondire la giustapposizione tra umiltà e orgoglio che spesso fa brutti scherzi alla mia anima

La giustapposizione può accadere a chiunque, e probabilmente è già accaduta a tutti. Può servire anche come riflessione quaresimale personale in qualsiasi momento di questo periodo. Immaginate di camminare nel parcheggio verso l’ingresso del supermercato e per qualche ragione inspiegabile vi viene in mente che in questo momento sulla Terra ci sono 7,7 miliardi di persone. “E io sono uno di quei 7,7 miliardi”, pensate. “Non sono niente”.

Un flash illuminante di umiltà, se volete.

Due minuti dopo state per entrare nel negozio spingendo il carrello. La persona che cammina davanti a voi vi vede e chiude la porta dietro di sé, ignorando un’opportunità di tenerla gentilmente aperta per farvi entrare senza dover fare grandi manovre.

“Che maleducato!”, pensate. “Non sa che sono una persona speciale?”

Ecco il tuono che in genere segue il fulmine. Da umile a orgoglioso nell’arco di qualche secondo. Una tempesta perfetta che può servire da spunto per una meditazione penitenziale.

La giustapposizione emerge ben presto nella Bibbia, con giusto un paio di capitoli a separare le due prospettive nella Genesi.

Concentrarsi sull’umiltà è tipico dei primi momenti del periodo quaresimale, quando le ceneri vengono poste sulla fronte con riferimento a Genesi 3, 19: “Sei polvere e in polvere ritornerai”.

Ognuno di noi è uno su 7,7 miliardi. Siamo polvere, è vero, ma in Genesi 1, 27 abbiamo capito che questa polvere è diventata santa: “Dio creò l’uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio”.

Ho chiesto allo Spirito Santo di guidarmi alla ricerca di pensieri per nutrire la mia contemplazione su questa giustapposizione di umiltà e orgoglio che spesso fa brutti scherzi alla mia anima, e Lui mi ha guidato a questa affermazione di Papa Francesco:

“Stiamo perdendo l’atteggiamento dello stupore, della contemplazione, dell’ascolto della creazione; e così non riusciamo più a leggervi quello che Benedetto XVI chiama ‘il ritmo della storia di amore di Dio con l’uomo’”.

Questa incredibile storia d’amore tra Dio e l’uomo è un mistero che forse non comprenderemo mai totalmente, anche se molti hanno provato a tradurlo in parole. Tra questi anche Sant’Agostino nelle sue Confessioni:

“O Bene Onnipotente, ti prendi cura di ciascuno di noi come se ti curassi solo di lui, e per tutti come se non fossero che una persona sola!”

È un ottimo spunto di riflessione. Guardiamo il crocifisso e rendiamoci conto che se fossimo l’unico essere umano ad aver mai peccato Egli sarebbe comunque morto sulla croce per amore. Per noi. Una storia d’amore che ispira un orgoglio unico venato di santa umiltà, la meraviglia più straordinaria.

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