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Dolore, paura, malattia, angoscia? Gridate a Dio

SAD WOMAN

By eldar nurkovic | Shutterstock

padre Carlos Padilla - pubblicato il 27/02/20

Se vivete a fondo i momenti di confusione, riconoscendo la situazione in cui vi trovate, potrete vivere a fondo anche i momenti di luce

Gesù viene a salvarmi, a riscattarmi dai miei dolori e dalle mie malattie, dalle mie cadute e dalle debolezze. La Bibbia lo spiega così:

“Egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità; salva la tua vita dalla fossa, ti corona di bontà e compassioni… Il Signore è pietoso e clemente, lento all’ira e ricco di bontà… Non ci tratta secondo i nostri peccati, e non ci castiga in proporzione alle nostre colpe… Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso il Signore verso quelli che lo temono”.

Oggi guardo Gesù nel mio dolore, nella mia paura, nella mia malattia aperta, nella mia angoscia. Voglio parlargli sinceramente di quello che mi succede, chiedergli, lamentarmi, reclamare.

So che è tenero, ma non sempre lo sento. È compassionevole, ma quando soffro non lo percepisco.

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P Deliss | GODONG

A volte, quando mi trovo davanti a una difficoltà, metto a tacere il grido dell’anima, e mi adatto a spiegazioni teoriche che non mi calmano:

“Dio mi manda questo perché impari qualcosa”, o “Sicuramente è il meglio per me perché Dio lo permette nella mia vita, Dio è buono”, o ancora “Lo offro come capitale di grazie”.

In fondo non lo sento. Credo che sia importante vivere il momento di oscurità e riconoscerlo in questo modo. Non cercare risposte imparate che non mi toccano il cuore.

Dio è mio Padre, mi ama senza giudicarmi e mi invita ad avere fiducia in Lui. Dio guarisce le mie ferite e cura le mie malattie. E io sono impaziente, voglio tutto subito, non quando vuole Lui.

Mi soffermo a dirgli che non capisco, che ho molta paura, perché non lo vedo e le cose non sono come pensavo.

Gli racconto i miei fallimenti, le mie delusioni, i miei complessi, le mie perdite e i miei sogni. Le mie codardie e le mie ferite. Solo partendo da questa esperienza umana posso aprirmi affinché Egli mi guarisca.

Quali sono le mie domande, le mie paure, le mie angosce? Quelle che mi pesano sul cuore. Domande su di me, sulla mia storia.

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Se vivo a fondo i momenti di confusione, riconoscendo la situazione in cui mi trovo, potrò vivere a fondo anche i momenti di luce quando arriveranno.

Credo che questo mi renda più umano. Mi aiuta il fatto di accettare che nella mia vita ci sono cose difficili da comprendere e assumere. Non ho tutte le risposte, pur essendo credente.

Ho fede e fiducia in quel Gesù che viene nella mia vita. Sono suo tempio:

“Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?”

Sono il tempio in cui Egli abita quando lo lascio entrare. Quando apro la mia anima perché entri e mi guarisca. È la fiducia che oggi risveglia in me Gesù.

Riconosco la mia debolezza e supplico la sua misericordia. Non mi inganno. Non tutto è chiaro, non tutto quello che mi succede è positivo. Sorgono dubbi e paure. Domande aperte per le quali non trovo risposte in questo presente che vivo.

Ma non mi angoscio per questo. Gli offro tutto fiducioso. Gli offro la mia rabbia, il mio sconcerto e il mio scontento. Non tutto mi piace, non tutto mi rallegra.

Voglio vivere i giorni di oscurità come i giorni di luce. I giorni di incertezza come quelli di certezza. A ogni giorno basta il suo affanno.

Non ho paura, ma non cerco risposte quando ancora non le ho. Non le chiedo, né le esigo. Mostro la mia rabbia quando ce l’ho, e la mia angoscia quando ne soffro.

Mi mostro felice quando ho la luce nell’anima, e con pace quando il suo potere mi ha pacificato. A ogni giorno quello che gli spetta, né più né meno.

Decido di non vivere nel passato, né di vivere angosciato per quello che non è ancora accaduto. So che Dio riscatta la mia vita dalla fossa e cura tutte le mie malattie. Saperlo mi dà pace. Appartengo a Lui, e questo mi consola.

A volte i dubbi del presente mi tolgono la pace. Guardo Gesù e mi calmo:

“Il mondo, la vita, la morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio ”.

Tutto è di Dio, nulla è mio. Né il mio dolore, né la mia gioia. O meglio, è mio e appartiene a Dio, perché io sono di Dio.

Non devo vivere con la paura perché so che la mia vita è nelle sue mani e io posso fare poco per salvare i miei giorni. Suor Veronica, fondatrice di Iesu Communio, diceva:

“Ho capito la gioia di essere cristiani. Che il mio presente non lo determina chi sono stato, ma chi è Gesù. Uno sguardo riconciliato. Una memoria grata. Memoria costante della fonte nascosta”.

Il mio passato trova riposo davanti a Dio, e anche il mio presente in cui sono figlio, bambino, povero davanti ai suoi occhi pieni di misericordia.

Sono figlio e vivo riconciliato nel cuore di Gesù. In Lui possono riposare tutti i miei affanni. Non mi importa più tanto ciò che può accadere, perché Egli tiene il timone della mia barca e sostiene la mia vita nelle sua mani.

Non smetto di pensare a quello che Dio mi ha dato e gli rendo grazie. Per il bene e per le croci che vivo. Non pretendo di trovare una risposta a tutte le mie domande. Vivo abbracciato al suo cuore tenero e comprensivo.

E so che la mia vita in cielo sarà grande. E nel frattempo non importa il giudizio degli uomini, anche se è privo di misericordia. Importa più l’amore di Dio che mi aspetta alla fine del cammino e mi abbraccia nelle mie giornate.

Il suo giudizio mi salva, non mi condanna. E quella pace oggi riempie la mia anima. Mi sostiene, mi rallegra. È sempre con me.

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