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La Cina chiude le chiese di fronte alla diffusione del coronavirus

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Johannes EISELE | AFP

John Burger - pubblicato il 27/02/20

Il Partito Comunista ha anche bandito tutte le attività religiose di gruppo

Il Governo della Repubblica Popolare Cinese ha chiuso tutti i luoghi di adorazione del Paese e ha bandito tutte le attività religiose di gruppo per cercare di combattere la diffusione del COVID-19, il coronavirus che finora ha provocato più di 2.700 morti nel Paese.

“Il comitato del partito e il Governo hanno unito le richieste di sospendere l’apertura degli incontri religiosi, sospendere tutte le attività religiose collettive, rimandare l’apertura della scuole religiose, rafforzare la pubblicità e la guida per le persone religiose, donare attivamente beni e lavorare molto per vincere la lotta per la prevenzione e il controllo dell’epidemia”, si legge in una dichiarazione ufficiale.




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Il Catholic News Service ha riferito che i “regolatori religiosi” governativi hanno affermato che i gruppi religiosi dovrebbero “in primo luogo curare la salute dello staff, dei credenti e dei membri, e assicurarsi che abbiano acquistato disinfettanti, igienizzanti per le mani, mascherine… Hanno ordinato test e disinfezione delle aree pubbliche”.

Il virus, che si ritiene sia emerso originariamente nella zona di Wuhan, nella Cina centrale, ha infettato più di 80.000 persone nel mondo. Mercoledì, quattro nuovi Paesi (Algeria, Austria, Croazia e Svizzera) hanno riferito di casi di COVID-19.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato mercoledì che per la prima volta ci sono stati più nuovi casi riportati in Paesi fuori dalla Cina che in Cina.

Nel frattempo, nel territorio cinese autonomo di Hong Kong un leader cattolico ha paragonato l’isolamento in cui vive la gente a causa dell’epidemia all’esperienza di deserto della Quaresima.

Il cardinale John Tong, della diocesi di Hong Kong, ha affermato nella sua lettera quaresimale che alcuni hanno risposto alla diffusione del virus “correndo a comprare prodotti farmaceutici e cibo”, mentre altri hanno mostrato “generosità” curando i malati e donando maschere e prodotti alimentari “ai bisognosi”.




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Per questo, il periodo liturgico iniziato il Mercoledì delle Ceneri è una “scuola di addestramento” per amare “Dio e il prossimo”, ha riferito AsiaNews.

Di fronte alla “tentazione del deserto”, ha scritto il cardinale Tong, “ascoltiamo la Parola di Dio anziché le inclinazioni del nostro egoismo”. In questo modo, saremo liberati dall’essere centrati su noi stessi, sulle paure, sull’individualismo e sulla sfiducia”.

“Se riusciremo a riporre la nostra speranza nell’amore del Padre”, ha aggiunto, lo Spirito Santo “ci ispirerà a trasformare il deserto”.

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