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Il digiuno può essere un atto di ribellione?

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Sarah Robsdotter - pubblicato il 26/02/20

Prendiamo il digiuno come una santa “dichiarazione d'indipendenza” dall'iperattaccamento! Quali sono i vostri progetti quaresimali?

Non sono stata allevata nel cattolicesimo, e tutta questa storia del digiuno è qualcosa che devo ancora capire, e quindi quando mi imbatto in un passo che getta un po’ di luce sulla questione mi emoziono davvero.

Questa gemma tratta dal catechismo bizantino Il Mistero Vissuto mi sta facendo aspettare con ansia il periodo di 40 giorni di preparazione alla Pasqua, noto anche come Quaresima:

“Digiuno, preghiera ed elemosina sono una ‘dichiarazione d’indipendenza’, un atto di ribellione contro la schiavitù e l’iperattaccamento al mondo caduto indotto dalle nostre passioni. Sono un ‘NO’ definitivo al fatto di essere concentrati su se stessi, alla vita frenetica di oggi; ci restaurano in una giusta relazione con Dio, con gli altri e con noi stessi” [Il Mistero Vissuto. 2001; p. 35]

E allora a quale iperattaccamento vi ribellerete in questa Quaresima?

Per me si tratta del fatto di chiacchierare al telefono il pomeriggio. Può sembrare sciocco, ma le mie conversazioni telefoniche con le amiche mentre lavo i piatti hanno ormai preso il posto di un tempo per la preghiera decisamente necessario nella mia vita. Giorni fa ho pensato che Gesù stesse in piedi accanto al lavandino, aspettando pazientemente di trascorrere del tempo con me.

Di cosa gli parlerò in questa Quaresima? E Lui cosa mi dirà?

All’improvviso, abbandonare il telefono il pomeriggio è diventata una prospettiva affascinante – ribellarsi contro il mio iperattaccamento all’attività, sostituire le mie chiacchiere con l’ascolto attivo, abbracciare la pace, la calma e la contemplazione.

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