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Le 5 “C” per cui la gente resta cattolica…

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Matthew Becklo - pubblicato il 26/02/20

... e perché tutte tranne una non sono abbastanza convincenti

Il Pew Research Center ha scoperto di recente che il declino del cristianesimo sta continuando il suo rapido corso negli Stati Uniti, soprattutto tra i giovani. Nell’ultimo decennio, la percentuale di coloro che si identificavano come cristiani è scesa dal 77% al 65%, mentre il tasso di adulti non religiosi è aumentato, passando dal 17% al 26%.

Il cattolicesimo è stato particolarmente colpito da questo declino. Per ogni nuovo convertito che entra nella Chiesa, 6,5 cattolici la stanno abbandonando. Solo il 20% degli adulti si identifica ancora come cattolico, mentre uno studio precedente ha rivelato che per il 13% si tratta di ex cattolici. Se la tendenza attuale continuerà, le due percentuali dovrebbero incontrarsi se non invertirsi presto.

I motivi per i quali la gente abbandona la Chiesa cattolica sono ovviamente molteplici e vari, ma hanno tutti un elemento in comune: hanno superato quelli per rimanere.

Quali sono questi motivi? Ecco quelle che ritengo essere cinque “C” classiche che hanno i cattolici per rimanere tali. Rappresentano tutti aspetti positivi e importanti della vita cattolica, ma sono ragioni davvero valide per rimanere?

1. Cultura

Il primo motivo è che il cattolicesimo è legato alla nostra cultura. I santi e gli inni fanno parte del nostro bagaglio mentale quanto i piatti tipici. Le attività della Chiesa si mescolano con quelle familiari, scolastiche e di quartiere, e se i sacramenti sembrano un mero rito di passaggio, sono ancora comuni, perché “è quello che si deve fare”. Il cattolicesimo è il calore di casa, e allontanarsene sarebbe rompere con la propria storia.

Chiunque sia stato cresciuto in questo modo, anche a un grado inferiore, comprende il suo fascino, ma è ancora un motivo convincente per restare cattolici, o almeno per identificarsi come tali? Mentre l’Occidente diventa sempre più globalizzato e industrializzato, le reti familiari e di quartiere si sono allentate, e la cultura locale non ha più il peso o la forza di una volta. Per molti giovani oggi non ci sono legami necessari tra espressione di sé, cultura e cattolicesimo, e quindi non c’è niente da spezzare.

2. Comunità

Un altro motivo classico è che il cattolicesimo offre una comunità. Ciò vorrebbe dire collegarsi ad altre persone attraverso un gruppo di giovani, incontrando altre famiglie dopo la Messa o attraverso le funzioni parrocchiali, servire la comunità locale con il volontariato, ecc..

La Chiesa cattolica offre tutte queste cose splendide, che giocano un ruolo fondamentale nel costruire e arricchire il regno di Dio, ma se la comunità è l’obiettivo ultimo, innumerevoli altre chiese e organizzazioni offrono lo stesso, spesso in modi più innovativi. C’è di più: Internet ha permesso alla gente di uscire dalle comunità locali e collegarsi con persone di tutto il mondo in base a interessi e passioni personali. Se quello che cercate davvero è una comunità, la Chiesa è solo una delle tante opzioni a disposizione.

3. Comfort

Un terzo motivo è che il cattolicesimo offre una fonte affidabile di comfort in un mondo incerto. La vita di fede, spesso legata al sostegno di una cultura e di una comunità, offre benefici psicologici positivi, come hanno confermato sia la scienza che i sondaggi, e comporta il piacere del benessere, delle esperienze familiari e del senso di sicurezza.

Moltissime persone, ovviamente, si sono rivolte alla propria fede nei momenti di oscurità e di prova, e non voglio affatto sminuirlo, ma se quello che cercate davvero è il conforto, perché non rivolgervi a un’altra denominazione che lo offre in grado maggiore? Perché non abbandonare del tutto la fede per ricorrere ad alcool, cibo, sesso, viaggi, divertimenti, ecc.? Questi “conforti” non comportano al contempo sacrificio di sé e autocontrollo, il cristianesimo sì. Come ha scritto C.S. Lewis, “se volete una religione che vi faccia sentire davvero a vostro agio non raccomando certamente il cristianesimo”. Sulla stessa linea, Benedetto XVI ha detto: “Il mondo ti offre comfort, ma non sei stato fatto per il comfort. Sei stato fatto per la grandezza”.

4. Condotta

Un quarto motivo è il fatto che la Chiesa offre una guida sicura per noi e per la nostra condotta familiare – un’“impalcatura” per strutturare la propria vita, come ha affermato di recente

. Il mondo può essere un luogo confuso, e il relativismo morale potrebbe diffondersi come una dittatura, ma le parrocchie e le scuole cattoliche instillano ancora i valori tradizionali: generosità, servizio, disciplina. E i cattolici hanno il grande sollievo del Magistero, un’autorità di insegnamento vivente che offre linee guida chiare su ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Anche questo è indispensabile, ma come nel caso del comfort, se il vostro cattolicesimo è alla fin fine un modo per controbilanciare l’immoralità del mondo, otterrete sempre più di quello che avevate messo in conto. La Chiesa non si limita a promuovere i valori tradizionali – avanza richieste rigide, soprattutto in campo sessuale, che alla persona media del XXI secolo sembrano troppo strane e difficili. E la Chiesa non ci esorta soltanto ad essere morali, comandandoci anche di amare incessantemente, il che, come ha sottolineato Dostoevskij, può essere “una cosa dura e terribile”. Vuole che siamo non solo buoni cittadini, ma santi.

5. Cattolicesimo

La quinta “C” per rimanere cattolici è il cattolicesimo stesso. I sacramenti, i santi, la liturgia, l’arte, la teologia, la filosofia, la storia – tutta la bellezza, la bontà e la verità ci attirano, ci nutrono e ci rimandano nel mondo per proclamare la Buona Novella, anche in quello che è senz’altro un periodo oscuro per la Chiesa.

E al centro del cattolicesimo c’è un’altra “C”: Cristo. La gloria di Cristo non è in funzione dei suoi membri fragili e caduti, ma del fatto che sono membri della gloria di Colui che l’ha voluta. La Chiesa, come dice San Paolo, è il Corpo Mistico di Cristo.

In conclusione

Le prime quattro “C” sono importanti e preziose, e possono essere anche strumenti potenti per le persone indecise sul cattolicesimo, ma di per sé – anche se considerate tutte insieme – non sono più sufficienti per far aderire una persona. La secolarizzazione della società, la crescente disaffezione e gli scandali che hanno coinvolto la Chiesa hanno alzato ampiamente la posta in gioco. Senza quella ragione più profonda e più forte per rimanere – la quinta “C” -, i cattolici quasi invariabilmente troveranno ragioni più convincenti per andarsene.

Le implicazioni sono chiare. Una famiglia o una parrocchia cattolica esclusivamente o fondamentalmente legata alla cultura, alla costruzione di una comunità, a offrire comfort o a guidare la condotta è destinata a non durare, mentre un cattolicesimo orientato verso l’unica cosa necessaria (Luca 10, 42) – i tesori del suo diritto di nascita e la persona di Cristo – resta più convincente che mai.

Ma questo non ci lascia in uno spazio astratto e spiritualizzato. Per parafrasare C.S. Lewis, i cattolici che mirano al cattolicesimo otterranno tutti gli altri aspetti della vita cattolica: una cultura vibrante che fiorisce intorno alla vita della Chiesa, una comunità vivace radicata nella sua verità, profonde consolazioni effuse dal Sacro Cuore di Gesù e la grazia di costruire la vita intorno al Fuoco del suo Amore. E forse li otterremo anche in modi emozionanti che non ci saremmo mai aspettati – quelle innovazioni cattoliche non intenzionali che modellano, piuttosto che semplicemente scimmiottare, il mondo che ci circonda.

La grande sfida della nostra epoca è rischiare di farlo.

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