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Di fronte alla minaccia del contagio e della morte ci sono due posizioni

ASTRONAUT,

Olena Yakobchuk | Shutterstock

Alessandro Benigni - pubblicato il 25/02/20

Eppure siamo tutti piccoli, fragili e di passaggio. La priorità è pregare per chiedere una cosa sola... avere più fede.

Di fronte alla minaccia del contagio e della morte, si avvia un processo di chiarificazione, di separazione: ci si distingue. Anche senza volerlo, si prende posizione.

Da una parte l’umanità ideologizzata, avvelenata, interessata solo ai propri scopi, ai propri interessi: slogan, accuse, battute offensive, prezzi dei disinfettanti che su Amazon compaiono decuplicati in una notte, e chi più ne ha ne metta.

Dall’altra l’umanità paziente, compassionevole, altruista, più che altro per i propri figli, per i più piccoli, per i più indifesi. L’umanità che cerca di fare bene, facendo pulizia mentale, tenendo stretto il rigore della ragione che il Signore ci ha dato. Quell’umanità che in fondo sa bene come niente, in definitiva, dipenda da noi ma tutto avvenga comunque col nostro inutile concorso o con il nostro ancor più inutile ostacolo. Si tratta solo di scegliere da quale parte stare.


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Un’importante lezione. Ci ricorda come siamo piccoli, fragili, dipendenti-da cose a volte quasi insignificanti, tutti di passaggio. Un passaggio più o meno rapido, ma tant’è.

Piccole creature che hanno bisogno di ripartire dall’ordine di priorità, nella vita di tutti i giorni: prima di tutto pregare. Pregare per ringraziare, e per chiedere una cosa sola: avere più fede. Il resto, alla fine, dipende da questo.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE PUBBLICATO DA ALESSANDRO BENIGNI

Tags:
coronaviruspreghieravita e morte
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