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Una bottiglietta di acqua santa del Titanic conteneva un messaggio di arrivederci

Cobh, The Queenstown Story at Cobh Heritage Centre

Cobh, The Queenstown Story at Cobh Heritage Centre | Facebook | Fair Use

Patty Knap - pubblicato il 21/02/20

Jeremiah Burke, un irlandese di 19 anni, era a bordo del Titanic per andare da due sorelle che erano già emigrate negli Stati Uniti. Era accompagnato dalla cugina Nora Hegarty.

Era il più giovane di sette figli, e fino a quel momento aveva lavorato nella fattoria di famiglia. Le sue sorelle si erano stabilite a Charlestown, nel Massachusetts, e avevano inviato il denaro perché Jeremiah andasse da loro.

Prima di partire, sua madre Kate gli diede una bottiglietta di acqua santa per il viaggio. Il padre William portò i due cugini a Queenstown per farli imbarcare.

Jeremiah scrisse un biglietto e lo mise nella bottiglietta che gli aveva dato la madre, lo legò con i lacci delle sue scarpe e lo gettò dall’imbarcazione.

Il biglietto diceva semplicemente: “From Titanic, goodbye all, Burke of Glanmire, Cork” (“Dal Titanic, arriverci a tutti, Burke di Glanmire, Cork”). Non poteva immaginare che sarebbero state le sue ultime parole dal Titanic.

Un anno dopo, il messaggio venne portato dalla corrente a pochi chilometri da Glanmire, paese natale di Jeremiah. Il Royal Irish Constabulary contattò la famiglia Burke dicendo che un uomo a passeggio con il suo cane aveva trovato il messaggio in una bottiglia a Dunkettle, lo aveva letto e poi consegnato alle autorità.

Kate riconobbe immediatamente la grafia di suo figlio, come riconobbe la bottiglietta di acqua santa che gli aveva consegnato prima della sua partenza.

Un articolo sul The Cork Examiner del 27 aprile 1912 diceva che “la simpatia della gente di Cork andrà ampiamente ai genitori della signorina Nora Hegarty di Killavallig, Whitechurch, e del signor Jeremiah Burke, di Upper Glanmire, entrambi di soli 19 anni, che hanno perso la vita nel disastro del Titanic”.

“Hanno lasciato Queenstown pieni di speranze in una carriera luminosa e felice negli Stati Uniti”, si legge nell’articolo. “Ai loro genitori e ai loro parenti la simpatia di tutti per il grande dolore che li ha colpiti”.

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