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Rocío e Rodrigo, gli adolescenti che hanno vinto il cancro sorridendo (FOTO)

ADOL-ESSENCE

Adolessence.voluntarios

Javier González García - pubblicato il 20/02/20

La coppia che ha creato la piattaforma Adolessence è diventata virale su Instagram raccontando la sua storia di superamento

Rocío ha avuto stamattina un esame e deve studiare per un altro che ha tra due giorni. Non ha dormito affatto, e ha anche discusso con un’amica, ma non fa niente. Deve andare all’ospedale.

Rodrigo le ha detto che non vuole vederla, ma non importa neanche questo, perché se lui sta male “affondiamo tutti e due”. Hanno 17 anni, e stanno lottando insieme contro un cancro.

Sono trascorsi degli anni. Rodrigo ha superato il cancro alle ossa – osteosarcoma –, e insieme a Rocío ha imparato una lezione preziossisima: “Ringraziare per le piccole cose, perché domani non sapete cosa accadrà”.

Si “compenetrano molto bene”, e si nota che si vogliono bene. Sanno che il rapporto funziona quando si “danno” l’uno per l’altro, e non solo quando c’è di mezzo una malattia.

Sono di Siviglia (Spagna), e ora hanno 20 anni appena compiuti. La loro maturità ha fatto sì che siano così coraggiosi da imbarcarsi in un’avventura complicata: creare un’associazione.

Durante la loro esperienza in ospedale, dove Rocío andava tutti i giorni ad accompagnare Rodrigo, hanno avuto un’idea, creare Adolessence’, una piattaforma perché gli adolescenti si offrano volontari negli ospedali per altri adolescenti malati.

Un amore fin da bambini

Rocío e Rodrigo si sono conosciuti all’asilo. Rodrigo era l’amico del cuore di Rocío, anche se col tempo si sono poi allontanati. Il destino – per chiamarlo in qualche modo – ha voluto però che si incontrassero di nuovo a 15 anni.

Un giorno, tornando da un’uscita con i loro amici, si sono visti in metropolitana: “Scusa, sei Rodrigo?”

Dopo un mese hanno iniziato a uscire insieme, e hanno poi trascorso un anno di fidanzamento normale, come tutti i 16enni. Ma poi è arrivata la temuta notizia: Rodrigo aveva il cancro.

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La malattia

Se sembra ingiusto che qualcuno debba vivere questa situazione, sembra che lo sia ancor di più quando si è un bambino o un adolescente. Rocío, però, non voleva vederla così. “Se sono innamorata di lui e stiamo insieme da un anno, non ha senso che me ne vada ora”. Ha quindi deciso di restare, “nel bene e nel male”.

Rodrigo dice che anche Rocío lotta contro la malattia. È al suo fianco tutti i giorni. Anche quando la stanchezza lo fa addormentare, anche quando le piaghe gli bruciano, anche quando non ha voglia di mangiare e vomita, anche quando è di cattivo umore e non gli va di vedere nessuno… anche quando le risponde male.

Rocío sa “che non è lui, che è la chemio”, e continua ad andare a trovarlo. Per entrambi è chiaro che in questo processo che devono vivere l’atteggiamento è fondamentale.

Decidono quindi di trasferire in ospedale quello che farebbero fuori. Cercano di tenersi distratti per dimenticare quel veleno che vuole curarli. Leggono insieme, giocano insieme, riposano insieme e il venerdì mangiano la pizza, come facevano a casa.

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“Rocío, la famiglia, i miei amici e la fede” sono i compagni di battaglia di Rodrigo contro la malattia. Il ragazzo scende in cappella con la “bomba della chemio” per andare a Messa o semplicemente per pregare.

Ha paura e non sa cosa accadrà, come Rocío, che non capisce come Dio abbia potuto permettere tutto questo. Entrambi, però, pensano che se è così dev’esserci un motivo, che se sta succedendo è perché arriverà qualcosa di meglio e che possono superare la situazione.

Preferiscono sorridere davanti ai problemi. Scherzano. Rocío lo chiama affettuosamente “calvo”, e Rodrigo dice che quando vengono a trovarlo gli amici deve pettinarsi. E probabilmente, mentre vedono il tempo passare in quella stanza d’ospedale, imparano ad amarsi sempre di più.

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La fine della battaglia

“Dio manda le sue battaglie peggiori ai suoi guerrieri migliori”, dice Rodrigo ormai 20enne dopo aver superato la malattia. Attualmente studia energie rinnovabili, Rocío pubblicità e pubbliche relazioni. Continuano a stare insieme, e assicurano di essere “migliori amici”.

“Abbiamo sviluppato un punto di vista della vita completamente diverso. Abbiamo imparato a compenetrarci, e quando a me serve che Rodrigo dia qualcosa di più di sé lui lo sa, e io lo faccio al contrario. La nostra regola d’oro è non andare mai a dormire arrabbiati. Non sappiamo cosa accadrà il giorno dopo, e quindi terminiamo sempre bene la giornata, apprezzando quello che abbiamo”.

Durante la malattia hanno imparato che “quando arriva un problema non possiamo andarcene. Sistemiamo la cosa. Stare lì tutti i giorni”. Dicono che se servirà lo rifaranno, e che da un’esperienza del genere possono uscire anche cose positive.

“Chissà se il modo in cui l’ho vissuta può isporare altre persone”, dice Rodrigo. Per ora da questa esperienza difficile è nata Adolessence, che vuole aumentare la consapevolezza dei giovani e aiutarli a vivere queste situazioni.

Una delle foto del loro profilo Instagram, diventato virale dopo che è venuta alla luce la loro storia, ritrae la coppia accanto a una finestra dell’ospedale. Passavano lì alcuni pomeriggi, a guardare il tramonto.

Oggi possono confermare che quello che hanno vissuto ha avuto un senso: un progetto appassionante e soprattutto un amore che resiste “nel bene e nel male”.

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