separateurCreated with Sketch.

5 motivi per astenersi dall’alcool in questa Quaresima

KRUCJATA WYZWOLENIA CZŁOWIEKA
whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Padre Patrick Briscoe - pubblicato il 20/02/20
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Potrebbe essere un ottimo modo per rendere questi 40 giorni davvero una fonte di trasformazioneLa Quaresima non riguarda il fare qualcosa di difficile per il gusto di farlo. I nostri sacrifici quaresimali dovrebbero essere sentiti. Se rinunciate al cioccolato ma non lo mangiate mai perché siete allergici che tipo di sacrificio è?

Le nostre penitenze quaresimali si dovrebbero notare. Dovremmo sperimentarle; è questo riconoscimento e il fatto di reindirizzare i desideri che rende una penitenza quaresimale fonte di trasformazione. Ecco cinque ragioni per pensare di rinunciare all’alcool in Quaresima.

1 È un vero sacrificio

Di per sé, l’alcool è una cosa neutra nella vita cristiana. Vino e birra occupano un posto di spicco nella nostra tradizione cattolica. Cristo, del resto, ha fornito il vino per un banchetto nuziale, e i monaci hanno sviluppato alcune delle migliori tecniche per la fabbricazione della birra. È proprio per questo che il sacrificio di astenersi dall’alcool è meritevole.

Il venerabile Matt Talbot, un alcolista che ha ricevuto miracolosamente la grazia della sobrietà, ha scritto che “la vita spirituale consiste di due cose – la mortificazione e l’amore nei confronti di Dio”. Rinunciare a qualcosa di buono nella nostra vita fa spazio a cose più grandi.

Ma cosa dire agli amici? Uno dei motivi per i quali la gente evita questo sacrificio particolare è che non vuole attirare l’attenzione sulla propria penitenza quaresimale. Dopo tutto, il Vangelo ci esorta a intraprendere il digiuno in segreto, assicurando che il Padre nostro che vede nel segreto ci ricompenserà. Può essere però incoraggiante quando un amico condivide qualcosa di difficile. È meglio, infatti, che qualcuno si unisca a noi. La lode di me stesso viene trasformata dalla comunità cristiana. “Io” diventa “noi”, insieme.

2 Chiarezza mentale

L’avanzamento nella vita spirituale può essere ostacolato dall’alcool, che è uno dei modi semplici in cui affoghiamo solitudine, esaurimento o delusione. È più facile bere qualcosa che affrontare quello che si annida nel nostro cuore.

Il digiuno dall’alcool ci aiuta a riconoscere la fame, la rabbia e la fatica per quello che sono. Anche se non avete una dipendenza e bevete solo qualche drink a settimana, l’alcool invita a una sorta di sonnolenza, di ammorbidimento della mente e del cuore. A volte questo rilassamento può essere un modo sano per godersi la vita – è sicuramente per questo che Gesù ha operato il miracolo a Cana –, ma è ancor più una ragione per cui rinunciarvi per 40 giorni è meritevole.

La conoscenza di se stessi è la base della vita spirituale. Santa Caterina da Siena scrive: “Troverai l’umiltà nella conoscenza di te stesso quando vedrai che la tua esistenza non deriva da te ma da me [Gesù], perché io ti ho amato prima che esistessi”. Se usiamo altre cose, come l’alcool, come appigli nella nostra vita, non riusciremo a renderci conto del nostro bisogno di dipendenza totale da Dio.

3 Benefici fisici

L’astensione dall’alcool è stata legata in molti studi a una serie di benefici fisici, ad esempio un sonno migliore. La maggior parte della gente beve un drink per gli effetti iniziali stimolanti: sentirsi a proprio agio, riuscire a conversare più agevolmente…

L’alcool, però, può anche provocare cicli di disfunzioni. Qualche drink rende difficile alzarsi la mattina dopo, portando a performance lavorative negative, indulgenza nei confronti dei pasti poco sani, ecc.. Astenersi dall’alcool rende capaci di compiere scelte di vita virtuose, favorisce la perdita di peso e aiuta ad addormentarsi più facilmente.

4 Solidarietà

Astenersi da un drink per i 40 giorni di Quaresima invita alla solidarietà diretta con chi soffre per la dipendenza da droghe o alcool. Offrire questo sacrificio per gli uomini e le donne che lottano con l’alcolismo è fonte di molte grazie.

Papa Benedetto XVI ha affermato che “la solidarietà autentica, sebbene cominci con il riconoscimento del pari valore dell’altro, si compie solo quando metto volontariamente la mia vita al servizio dell’altro”.

Privarsi liberamente di un bene per condividere i meriti spirituali di quel sacrificio riguarda l’amore a cui Gesù esorta nel Vangelo: “Non c’è amore più grande che dare la vita per i propri amici”.

5 Amore in azione

Le nostre discipline quaresimali ci liberano dagli attaccamenti disordinati. Non si tratta semplicemente di una “libertà da”, ma anche di una “libertà per”. Non limitatevi a mettere da parte il denaro che avreste speso per l’alcool – donatelo alla vostra parrocchia, per le necessità dei bisognosi. Dopo tutto, quando i poveri sentono predicare la buona novella della misericordia di Cristo è un segno certo della Sua presenza.