A chi ho fatto del male negli ultimi tempi? Chi ha qualcosa contro di me?L’amore ha molto a che vedere con il perdono. Quanto fa male vivere con rancore e con desideri di vendetta! Il cuore si riempie di rabbia.
Non perdono. Non riesco a voltare pagina. Nel mio cuore affiorano continuamente gli stessi sentimenti di odio, rabbia, vendetta.
È possibile il perdono quando l’offesa è stata molto grande? Si può perdonare e non provare più la stessa rabbia?
Sì, è possibile, ma è un’opera di Dio che agisce sul passo precedente che devo compiere.
Guardo il mio cuore che sanguina per la ferita e mi chiedo: voglio vivere sempre col rancore? E se perdono, vorrà dire che non do importanza a quello che mi hanno fatto?
No. Il perdono guarisce molto più me che chi lo riceve. Non importa se l’altro lo sa o no. Non c’è bisogno di dirlo a nessuno. Ma ho bisogno di perdonare.
Mi alzo e dico a Gesù che voglio perdonare chi mi ha fatto del male, il fratello che volente o nolente ha ferito la mia anima.
Lo perdono per quello che ha fatto quel giorno, per quello che ha detto, per quello che ha pensato, per quello che mi ha dimostrato con le sue omissioni, con le sue assenze.
Il perdono è una purificazione dell’anima. Ho bisogno di perdonare. Riuscirò a farlo? Gesù sarà capace di perdonare dentro di me?
Non è così semplice. Il mio cuore si ribella e non accetta la presunta sottomissione del perdono. Il danno non resterà impunito? E se lo fa di nuovo con qualcun altro?
È meglio che soffre la stessa cosa che ho subìto io. Anzi, che soffra di più perché è colpevole.
Il perdono sembra un indulto, e non lo voglio. Desidero che paghi per tutto il male che mi ha fatto. Come posso perdonare quando la rabbia mi consuma?
Non lo so, ma so che senza perdono non potrò riprendere il cammino. Senza il perdono non mi sento in pace davanti all’altare mentre ricevo Gesù nell’anima. Senza perdono non posso camminare tranquillo nei boschi, in mare.
È come un veleno che mi toglie la gioia e la pace. Vivo pieno di rancore ogni volta che ricordo. Vorrei cambiare la mia storia. Quel giorno del mio passato. Il giorno dell’offesa, dell’abuso, della parola che mi ha ferito.
Vorrei cancellarlo e dimenticare, ma non posso. Il passato mi pesa e non riesco ad avanzare.
Un cambiamento, una fiducia
Oggi mi rialzo e inizio il cammino del perdono. Guardo in alto e ricordo le parole di J.B. Chauchard: “Concentratevi sulla meta più alta. Fatelo senza vacillare, e vi stupirete dei risultati”.
Chiedo a Gesù di aiutarmi perché solo Lui può rendere possibile l’impossibile e rendere accessibili mete tanto lontane.
Allo stesso tempo mi guardo intorno. Altri hanno lamentele nei miei confronti. Non mi perdonano perché ho fatto del male anche senza saperlo.
Ho agito mosso dall’orgoglio, dalla vanità. Ho disprezzato il debole, ho offeso chi non sapeva le cose, ho ignorato chi cercava il mio affetto.
Magari non mi sento neanche colpevole, o non so bene di cosa vengo accusato. Non importa. Il danno soggettivo che ho provocato è vero.
Guardo nel mio cuore, che è goffo e non fa tutto bene. Ho provocato un danno. Ci sono vittime che hanno sofferto per il mio disprezzo, il mio disinteresse, il mio abuso di potere, la mia offesa involontaria.
Guardo intorno a me – la mia famiglia, il mio coniuge, i miei figli, i miei amici, i miei dipendenti, i miei capi. Guardo tutti coloro che hanno camminato con me.
Guardo le offese che ho provocato. Devo imparare a chiedere perdono. È così sano… Dice Papa Francesco nella Amoris Laetitia: “È importante orientare il bambino con fermezza a chiedere perdono e a riparare il danno causato agli altri”.
Voglio imparare a riconoscere la mia colpa. La colpa non è mai solo degli altri. Ho la mia responsabilità. Chiedere perdono e perdonare sono passi fondamentali nell’amore.
Ed ecco una grande chiave che aiuta a perdonare, e che ha a che vedere con la memoria. Mi è più facile perdonare chi mi offende quando ricordo le offese che altri mi hanno perdonato. Nelle amicizie, in famiglia.
Leggevo giorni fa: “C’è un tipo di amicizia così. Che condivide sguardi e progetti. Che perdona, perché sa di essere perdonata da chi è superiore”.
L’amore vero, l’amore che sogno, è misericordioso e perdona, e allo stesso tempo chiede perdono perché riconosce con umiltà che non fa tutto bene.
Manco nelle forme e pecco per omissione. Sono i miei peccati più numerosi. La colpa per quello che non ho fatto bene mi invade e mi danneggia. Chiedere perdono mi fa prendere coscienza del fatto che sono piccolo e fragile.
A chi ho fatto del male negli ultimi tempi? Chi ha qualcosa contro di me? Guardo la mia vita con onestà e vedo le cose che non vanno bene.
Voglio riconoscere la mia colpa e chiedere scusa. Non di sfuggita, ma sul serio, da dentro, con una vera umiltà.
Voglio essere in pace quando andrò all’incontro con Gesù. In pace quando mi troverò davanti all’altare. In pace con i miei amici, con i miei figli, con i miei genitori, con il mio coniuge, con i miei fratelli, con chi dipende da me.
In pace con tutti. Riconciliato, perdonato.