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Per ogni nato, campane a festa! Ecco i posti dove i parroci scampanellano

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 18/02/20

La vita è un dono che va accolto e festeggiato da tutta la comunità. Il suono delle campane, oltre a richiamare un evento, è anche un invito a guardare in alto, ai nostri campanili che svettano verso il cielo

«Chi lo ha detto che il suono prolungato delle campane è solo per i morti? Ogni qual volta i genitori ci comunicheranno la nascita di un bambino o bambina, abbiamo deciso che suoneremo a festa le campane. La vita è un dono che va accolto e festeggiato da tutta la comunità. Il suono delle campane, oltre a richiamare un evento, è anche un invito a guardare in alto, ai nostri campanili che svettano verso il cielo».

Sono le parole di don Salvo Morghese, parroco nelle chiese di Santa Rita e del Santissimo Crocifisso a Castellammare del Golfo (Trapani), che da qualche settimana ha avviato l’iniziativa “campane a festa per ogni nuovo nato” (Ansa, 5 febbraio).

SAN FRANCISCO
Shutterstock | Alan Falcony

Sono tanti i parroci d’Italia che hanno deciso di far suonare a festa per ogni nuovo nato le campane delle loro chiese, stanchi di far muovere il battaglio solo “a morto”. Il fenomeno è diffuso, da Nord a Sud, soprattutto nei piccoli centri dove i lieti eventi sono sempre più rari e i rapporti umani meno complicati da vivere (Avvenire, 18 febbraio).

La mappa dei parroci “scampanellatori”

A Levico Terme, in provincia di Trento, l’idea è sorta nel 2014 su richiesta dei genitori: da allora suona la campana più piccola, quella dalla voce più dolce, all’insegna della tenerezza.

Dal 2017 le campane suonano a festa alle 13 in punto del giorno del lieto evento (su richiesta dei genitori, dei nonni o degli zii del neonato) nella parrocchia di San Giuseppe a Cogliate (Monza) guidata da don Mauro Belloni.

Due anni fa la comunità di Verderio, vicino a Lecco, ha cominciato a sentire per la prima volta l’allegra melodia per fare memoria di un lieto evento, grazie al nuovo parroco don Rino Valente.

Così è stato fatto per 17 anni nella comunità dalla quale provengo, Cesana Brianza (Lecco), dove anche i musulmani venivano a suonare le campane e le registravano per mandare nel loro paese la comunicazione.




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Da due minuti a 100 rintocchi

Nel lungo (e incompleto) elenco ci sono anche le due parrocchie di Vittorio Veneto, in provincia di Treviso, rette da don Ermanno Crestani.

Da Cupramontana (Ancona), 4.800 anime nel cuore delle Marche, dove sin dal 2014 don Giovanni Rossi fa scattare per due minuti le dieci campane della chiesa a ogni nascita.

In un anno, da quando è arrivato il parroco don Andrea De Foglio, le campane della chiesa di San Pietro e Paolo a Pescasseroli (L’Aquila), 1.200 metri di quota nel Parco nazionale d’Abruzzo, hanno scandito i cento rintocchi a festa in 25 occasioni: l’ultima proprio ieri per il piccolo Alex figlio di un cattolico e di una cristiana ortodossa.

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Visita Quito-(CC BY-NC-ND 2.0)

Rinascita dopo l’alluvione

A San Martino Valle Caudina, nell’Avellinese, le campane di San Martino Vescovo, accese da don Salvatore Picca, hanno suonato in armonia per salutare Patrizia, la prima nata del 2020, arrivata subito dopo l’incubo vissuto dal paese il 21 dicembre per l’alluvione che l’aveva messo in ginocchio.

A Taviano, in provincia di Lecce, invece, è stato il sindaco Giuseppe Tanisi a proporre, nel gennaio scorso, il felice scampanìo per i nuovi nati: e i tre parroci del paese (don Lucio Borgia, don Francesco Marulli e don Franco Francioso), d’accordo col vescovo di Nardò-Gallipoli, monsignor Fernando Filograna, hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa.




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