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Sei frustrato per quello che ti manca e non valorizzi ciò che hai?

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Shutterstock | Ollyy

Maria José Fuenteálamo - pubblicato il 16/02/20

Ossessionarti per quello che non hai ti acceca

Il giorno in cui mi sono laureata è stato uno dei più tristi della mia vita. Avevo conseguito il titolo tanto sognato per anni prima di entrare all’università e per altrettanti studiando e lavorando per ottenerlo. E finalmente eccolo lì, ma non sapevo cosa fare. Avevo raggiunto l’obiettivo tanto agognato, ma non sapevo come sfruttarlo. Non ho festeggiato – allora le università non organizzavano feste di laurea. Ancora oggi mi chiedo come sia possibile.

Molti psicologi lo spiegano come l’insoddisfazione di raggiungere un obiettivo: se lo si ha non vale più. Abbiamo bisogno della sfida successiva, perché quello che abbiamo ottenuto non ci basta più. È come se raggiungendolo smettesse di avere valore. Errore.

“Se piangi perché non vedi il sole, le lacrime non ti lasceranno vedere le stelle”, ha detto il grande Rabindranath Tagore.

Avete sicuramente sentito e magari anche scritto questa citazione quando eravate adolescenti, ma poi uno se ne dimentica. Ci accechiamo alla ricerca di quello che non abbiamo, e non vediamo ciò che è già in nostro possesso. Voglio una macchina più potente, un lavoro più remunerativo, viaggiare di più, una casa più grande, un marito più ordinato, più bello, un figlio che prenda voti migliori, vedermi più giovane…

L’ossessione per quello che non abbiamo può non permetterci di vedere quello che abbiamo già. Non solo di non vederlo, ma anche di sminuirlo, il che ci rende infelici indipendentemente da quello che possediamo, e invidiosi nei confronti di chi ha di più.

La pubblicità e il fast world in cui viviamo ci guidano in questa direzione, ma non si tratta solo delle cose materiali, perché l’insoddisfazione che ci porta a volere di più, a consumare di più, si proietta anche sui nostri rapporti sociali. E allora vogliamo una fidanzata più bella, una vita sociale più attiva, più followers su Instagram…

YOUNG COUPLE, HOUSE KEYS, LOVE
By fizkes | Shutterstock

Festeggiate

L’insoddisfazione perenne, quella che si concentra su ciò che non abbiamo, acceca e crea solo frustrazione. Vi siete fermati a pensare a quello che avete? La vita, la famiglia, il lavoro, comunque siano, hanno molti aspetti positivi.

È ovvio che si debba avere un’ambizione naturale a migliorare in tutti gli ambiti della vita, ma dobbiamo migliorare anche nel nostro conformismo, termine visto spesso in modo negativo.

Essere felici di quello che si ha è positivo. È un dono. Per questo, festeggiare è importante: la laurea, perché si è conseguito quel titolo – quello che io non ho festeggiato –, un compleanno, perché si è vivi, quello dei genitori, dei figli, degli amici, un anniversario di coppia o lavorativo…

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Shutterstock-Nong Mars

La pubblicità vuole vendere

La società ci porta a concentrarci molto su quello che abbiamo. Ovviamente è la base delle vendite. Se ci pensiamo di avere una macchina favolosa non ne vorremo comprare un’altra, e lo stesso vale per i vestiti. Se la mia pelle mi sembra idratata e splendida, non cercherò nuove creme… Ecco la base del consumismo: non hai ancora tutto ciò che desideri.

mother drinking tea with her daughter
By Shift Drive/Shutterstock

Lamentatevi meno (e valorizzate di più)

Pensate alle vostre conversazioni quotidiane: spesso ci concentriamo sul lamentarci. In qualche modo, sembra che parlare di ciò che va bene sia un’ostentazione.

Parlate delle cose belle che avete, e applicate lo stesso metodo anche agli altri: anziché criticarli, ricordate qualcosa di positivo, senza concentrarvi su quello che una volta hanno fatto di sbagliato.

Se vi costa, provate a mettervi nei panni dell’altro. A volte non comprendiamo determinati comportamenti per mancanza di comunicazione, o perché non ci fermiamo a pensare.

Fate lo stesso anche con le cose materiali: pensate agli aspetti positivi del vostro lavoro, della vostra casa, dei vostri jeans preferiti…

Non siate perfezionisti

Ah, la perfezione! Se esistesse non avremmo più obiettivi, no? Quella perfezione che cerca la pubblicità, che esibiscono gli influencers sulle reti sociali, quelli che cercano tanto le marche…

Il perfezionismo portato all’estremo è l’insoddisfazione assoluta. Il figlio perfettissimo. La casa perfettissima. Il lavoro più fantastico. Potete essere perfezionisti con l’obiettivo di migliorare, ma con aspettative realistiche.

Scommettete sulla felicità

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