Aleteia logoAleteia logoAleteia
giovedì 28 Marzo |
Aleteia logo
Chiesa
separateurCreated with Sketch.

Casa per casa: la messa “itinerante” di don Alfredo Levis

don-alfredo-levis-e1581698169542.jpg

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 14/02/20

Il parroco, per limiti di età diventato collaboratore parrocchiale, è stato l' "inventore", in provincia di Belluno, di un nuovo modo di far avvicinare le famiglie indigenti a Cristo

Sono tanti i parroci di montagna che d’inverno vanno a celebrare la Messa in casa di anziani o ammalati, in continuo aumento. Come a Sospirolo e Gron, nel Bellunese, 3mila abitanti, sparsi in 10 frazioni. Così ha fatto per anni don Alfredo Levis, per motivi d’età diventato da pochi mesi collaboratore pastorale a Cadola, Col di Cugnan e Quantin.

don-alfredo-levis-2.jpg
Youtube

«Voglio star loro vicino e farli sentire importanti, in un mondo difficile da capire e che li emargina ogni giorno di più, li affida a badanti che magari non capiscono il dialetto, e faticano a comunicare: per questo ho bussato io con l’Eucaristia alla porta delle case. Le persone sono persone sempre, indipendentemente dall’età. Sono grandi per la fede – evidenziava don Levis – Quand’è possibile, anche con i vicini, ci sediamo attorno al tavolo della cucina e leggiamo la Parola di Dio. Tutti mi dicono: ‘Che bello, venga ancora!’. Essere prete significa vivere il Vangelo con lo spirito di Gesù e trovarmi in mezzo alla mia gente come ha fatto Lui».

«Che il parroco sia venuto a celebrare nelle case è meraviglioso – spiegava una parrocchiana – Ho 88 anni e mio marito è malato, ma è importante poter continuare a vivere l’Eucaristia. Ci dà una forza veramente grande, ci aiuta nelle prove e illumina la vita» (Agensir, 16 dicembre 2017). 




Leggi anche:
5 spunti per vivere la messa come una festa per gli occhi e il cuore

Missionario in Costa d’Avorio

Il fondatore della “messa itinerante” nel bellunese affermava qualche tempo fa al Corriere delle Alpi,che «è mia abitudine celebrare la funzione religiosa presso le persone che non possono raggiungere i luoghi della comunità». Un’esperienza come missionario, che è maturata a Sakassou, in Costa d’Avorio, dal 1985 al 1989.

Le 13 cappelle

Dunque, per don Alfredo andare a celebrare messa in casa «è una cosa normalissima. Anche altri parroci lo fanno», osservava all’Ansa. Quando svolgeva questa funzione celebrava ogni giorno la messa in una delle 13 cappelle presenti nella sua parrocchia, in corrispondenza di altrettante frazioni. «Questo nei giorni feriali, perché la funzione domenicale e nei festivi si svolgeva nella chiesa parrocchiale».

Anziani e ammalati

Nei mesi invernali, concludeva don Alfredo, «fa freddo e quindi ci sono persone, specie anziani e ammalati, che non possono seguire il rito religioso, non possono ricordare con una messa i loro cari. Io sono disponibile a celebrare le funzioni nelle loro case». Un messaggio in linea con quello che lanciò durante la sua prima omelia, nel 2008, appena insediatosi a Sospirolo, sottolineando la necessità di «conoscere le situazioni di povertà, i luoghi della sofferenza e del disagio».




Leggi anche:
È lecito celebrare la Messa in casa?

Tags:
Messapastoraleprete
Top 10
See More