Ho potuto constatare che ci sono molti falsi dèi che non mi danno la felicità, non riempiono il mio cuore spezzato e ferito. Spesso tocco il dolore del mondo, il mio dolore, e mi sento scoraggiato. Mi succede quello che diceva padre Josef Kentenich:
“Ci saranno situazioni nella nostra vita in cui ci costerà grande sforzo trovare l’impronta di Dio in tutto. In quei momenti di perplessità non riusciamo a comprenderlo, scuotiamo la testa disorientati e vorremmo dire ‘No!’ e allontanarci da Dio. Dobbiamo provare simpatia per Lui” [2].
Voglio provare simpatia nei confronti dello Spirito Santo perché orienti i miei passi e mi insegni il cammino che porta alla pace. Sono qui per dare e ricevere amore, ma si può dare solo quello che si è prima ricevuto.
Le mie ferite d’amore mi hanno lasciato spezzato e vuoto, perché tutto l’amore che portavo dentro mi è scivolato tra le dita, e mi sento solo e pieno di rancori che aumentano la mia amarezza.
So che è attraverso queste fessure dell’anima che perdo l’acqua degli amori umani, cercando di trattenere tutto. Come potrò chiudere quei fori dai quali scorre la vita per evitare di disperdermi a ogni passo che compio cercando degli amori?

Perseguo un altro trionfo, un altro amore che duri nella mia anima, una gioia che non muoia all’improvviso senza che me ne renda conto. Vedo che tutto scorre come l’acqua del torrente lasciando l’anima umida e ancora più assetata.
La nostalgia della pienezza e dell’infinito grida dentro di me. Non voglio vivere disorientato cercando fuori di me quelle felicità eteree che non mi soddisfano, che non mi riempiono. Quelle gioie passeggere che lasciano l’anima triste con il loro passaggio fugace.
Voglio orientare i miei passi nella giusta direzione. Dove va il mio cammino? Guardo avanti sperando che sorga davanti a me un sole radioso. Voglio abbracciare fiducioso il cielo blu, mettendo da parte le paure che mi paralizzano.

Voglio che l’aria fresca del mattino mi riempia il volto di sorrisi. Spero di abbracciare la vita che mi si apre davanti senza temere di dare in pegno il mio cuore. Chi non si dona non ama. Chi non si dà non semina.
Non voglio vivere di passaggio sulla terra. Voglio fermarmi alle radici che crescono nella terra che irrigo. Non misuro i passi che faccio, e non tengo conto di tutto ciò che do.
Non guardo il cielo blu con paura. Non mi stanco di vivere amando. La vita è tanto semplice quando la nostalgia non fa svanire il sorriso… Non mi lamento, non guardo con nostalgia. Il cuore resta felice, pieno di quella luce che viene dall’alto.
[1] Jacques Philippe, Si conocieras el don de Dios
[2] José Kentenich, Envía tu Espíritu