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“La mia storia d’amore con Gesù”. Ecco come mi ha scelta e sono diventata suora

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Catholic Link - pubblicato il 10/02/20

di suor Maria Patrizia Speculato

“Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi” (Giovanni 15, 16). Sento questa parola di Dio forte e vera in me. È stato Gesù a scegliermi, io ho solo risposto al suo amore, una risposta che nasce dalla preghiera.

In un momento della mia vita, Gesù mi ha trovata e ha cambiato i miei progetti: sua sposa per sempre! Bellissimo, meraviglioso! È sempre Lui che compie il primo passo. Il ritornello di una canzone molto bella dice: “Il Signore mi chiama ogni giorno per affidarmi un canto d’amore”.

Egli confida in me

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Me nel mio cuore posso dire sì o no. Io ho detto il mio “Sì” per sempre 44 anni fa. Sono suor Maria Patrizia Speculato, terza di sette figli. Sono nata con problemi alla vista: cataratte congenite, motivo per il quale la mia vista è limitata. Ho studiato con il metodo Braille (scrittura tattile, è così che ho scritto questo articolo).

Dopo le scuole superiori a Napoli, la mia città natale, ho frequentato il corso di massofisioterapia a Firenze, la città del mio cuore, perché lì ho maturato la decisione di diventare religiosa.

La mia storia vocazionale

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È molto semplice, ma c’è qualcosa che mi sorprende ancora oggi, quando penso e scopro che fin da adolescente sentivo nel cuore il desiderio di donare la mia vita a Gesù. Da dove mi è venuto questo desiderio? Dal cuore stesso di Cristo, suppongo. Perché non conoscevo nessuna religiosa, non ne avevo mai vista una, né avevo sentito niente di loro.

Dove vivevo non c’erano suore, e nonostante questo sentivo forte questa attrazione, che però a poco a poco è scomparsa (solo momentaneamente). Penso che sia stato Gesù, con la sua prima chiamata che poi è tornata con più forza dopo qualche anno, a portarmi finalmente al luogo indicato. A Firenze, dove studiavo, che ho avuto l’opportunità di conoscere le religiose (Carmelitane di vita apostolica).

La loro serenità, il loro stile di vita, il servizio umile e nascosto, l’amorevole dedizione al lavoro, ha acceso nuovamente in me il desiderio di consacrarmi a Dio che già avevo sentito nell’adolescenza, ma che all’epoca avevo spento per scegliere le attrattive del mondo.

Una spinta dal cielo

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Una delle mie sorelle ha intuito in me quei sentimenti. Ha iniziato a parlare molto di più con me, e mi ha aiutata ad aprire il mio cuore alla grazia, esortandomi a pregare la Vergine Maria perché mi aiutasse a scoprire la volontà di Dio.

La mia buona Madre del cielo non ha tardato ad ascoltarmi, perché ho iniziato a sentire che in me cambiava qualcosa. La luce interiore che cresceva sempre nel mio spirito ha fatto sì che il mondo, i divertimenti, le gioie passeggere e la moda che mi piacevano tanto iniziassero a perdere il loro fascino.

Quando ho riconosciuto che si trattava di una vera chiamata di Dio, ho fatto tutto quello che potevo per rispondere prontamente. Desideravo entrare tra le Religiose Carmelitane di Firenze, ma per via della mia disabilità visiva non è stato possibile.

Non era lì che Dio voleva che servissi

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Ho compreso allora che Dio aveva scelto per me un’altra comunità, che mi è stata indicata dalle stesse Carmelitane, quella che rispondeva al disegno d’amore che Egli aveva stabilito per me fin dall’eternità.

Ho terminato gli studi, e nel 1971 sono entrata a far parte della Comunità delle Suore Figlie di Gesù Re. Siamo suore non vedenti e ipovedenti di vita contemplativa. Qui ho trovato una comunità piena di gioia, molto allegra e accogliente.

Fin dal primo giorno mi sono sentita bene, mi sono sentita amata e amavo tutte, in particolare le suore più anziane, forse perché mi ricordavano la mia mamma, partita per il cielo due anni prima del mio ingresso.

Ho trovato il mio proposito e la mia felicità

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Ero felice perché sentivo di aver raggiunto il mio ideale, quello di donare tutta la mia vita a Gesù. È sempre stato il mio desiderio più grande, essere sposa di Gesù! Donare la mia vita solo a Lui! È stato questo che mi ha spinta a lasciare la mia famiglia, e a superare ogni difficoltà nel cammino formativo fino ad oggi.

Stare nella casa di Dio, come dice il salmista, tutti i giorni della mia vita, gustare la dolcezza del
Signore e ammirare il suo Santuario (Salmo 26). Sì, è davvero bello stare nella casa di Dio, vivere con Lui e per Lui, elevare a Lui ogni lode incessante, facendoci voce di ogni creatura, implorando la sua grazia e il suo perdono per tutta l’umanità.

Mi sono subito resa conto del fatto che lo stile di vita delle Suore Figlie di Gesù Re corrispondeva alle aspirazioni del mio cuore, desideroso di preghiera e di silenzio per unirmi più intimamente a Gesù e con Lui offrirmi al Padre per la sua maggior gloria e l’estensione del suo Regno di giustizia, amore e pace.

Cosa facciamo nella nostra quotidianità?

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Durante la giornata alterniamo preghiera e lavoro. Ho trovato il modo di offrirmi come dono nella comunità e alle consorelle nei piccoli servizi. In questo modo vivo le due dimensioni, quella contemplativa e quella attiva. Questo dona un’enorme gioia al mio cuore, perché so che rispondo al progetto di Dio in me.

La mia decisione è stata la migliore fin dal mio ingresso. Per grazia di Dio non mi sono mai pentita della decisione presa, che mi ha fatto rinunciare al lavoro che mi era stato offerto e a un avvenire sicuro. Sono convinta che il servizio migliore che posso offrire alla Chiesa e alla società è quello di rendermi intermediaria con Gesù verso il Padre.

Due sentimenti si muovono in me quando penso alla mia vocazione

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Sentirmi indegna di questo dono di predilezione da parte di Dio, “Perché proprio io?”, e l’enorme riconoscenza per essere stata oggetto del suo grande amore per me. Ricordo che sull’immagine che ho ricevuto il giorno della mia prima professione c’era scritto “Neanche l’eternità mi basterà per ringraziare il Signore per il dono della vocazione”.

Sento su di me anche le bellissime parole del nostro beato fondatore Giovanni Maria Boccardo:
“La più grande prova d’amore del Signore verso la sua creatura è quella di chiamarla alla vita religiosa e unirla indissolubilmente a Sé con i voti di castità, povertà e obbedienza”. Grazie, Signore Gesù.

Un po’ di storia della mia comunità

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Le Figlie di Gesù Re, come ho detto prima, sono suore non vedenti e ipovedenti di vita contemplativa. Il nostro fondatore è il beato Luigi Boccardo, fratello del beato Giovanni Maria Boccardo, fondatore delle Povere Figlie di San Gaetano, con cui formiamo un’unica famiglia religiosa.

Abbiamo le stesse costituzioni e lo stesso regolamento. Due fratelli sacerdoti, due fondatori, due beati. Il beato Giovanni Maria Boccardo, il maggiore dei due, ha fondato la congregazione delle Suore Povere Figlie di San Gaetano il 21 novembre 1884 a Pancalieri (Torino) per via dell’epidemia di colera che aveva colpito la popolazione lasciandola in una situazione penosa, per aiutare tanti anziani rimasti soli e abbandonati.

Questa famiglia religiosa realizza la sua consacrazione servendo Gesù, gli anziani, i malati, i bambini e i giovani, e occupandosi dei sacerdoti anziani e malati e del servizio pastorale, in Italia e nelle terre di missione – Brasile, Ecuador e Togo.

Dopo la morte del beato Giovanni Maria Boccardo, il 30 novembre 1913, la cura spirituale della congregazione è stata affidata per volontà del fondatore a suo fratello, il beato Luigi, che si è impegnato con tutte le sue forze a dare continuità alla sua spiritualità e alle sue opere.

Dopo qualche anno gli è stata affidata anche la direzione dell’Istituto per non vedenti di via Napoli, a Torino. È stato veramente provvidenziale, e si è dedicato com un vero padre alla cura spirituale delle ospiti, scoprendone tra loro alcune che avevano il desiderio di consacrarsi totalmente al Signore.

I nostri occhi possono non vedere bene, ma gli occhi dell’anima ci guidano

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Una di loro gli ha confidato di sentire la chiamata alla vita religiosa, ma che non sapeva a quale congregazione rivolgersi per via della sua cecità. Il sacerdote si è reso conto del bene che poteva fare, e di quanta gloria poteva dare a Dio una ragazza non vedente che si consacrava all’amore.

L’ha quindi esortata a pregare e ad aspettare i tempi di Dio. Il 2 febbraio 1932 ha fondato la comunità delle suore non vedenti, che ha chiamato Figlie di Gesù Re, predendo il nome dal santuario che aveva fatto costruire anni prima accanto all’istituto menzionato in precedenza.

La nostra missione

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Il nostro fondatore ci ha lasciato la missione di fecondare con la nostra vita di adorazione, di preghiera e di sacrificio le opere delle nostre sorelle di San Gaetano di vita attiva, di offrire la nostra vita per il Papa, per la santificazione dei sacerdoti e per la diffusione e la conservazione della fede, e di promuovere la gloria di Gesù nel Santissimo Sacramento e del Cuore Immacolato di Maria.

La celebrazione dell’Eucaristia, la liturgia delle ore e l’adorazione. Tutte queste sono ricchezze spirituali della nostra comunità, insieme al desiderio di unirci intimamente a Dio, facendoci carico delle sofferenze e dei problemi dei fratelli e dell’umanità.

Se volete sapere di più della nostra congregazione, potete visitare la nostra pagina web, www.suoresangaetano.org, in cui troverete la nostra e-mail per poterci inviare le vostre richieste di preghiera.

Non temete di seguire il vostro cuore

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Vorrei infine dirvi di non temere la chiamata del Signore. Se dentro di voi il desiderio di diventare religiose brilla e arde con fervore, dite di sì al Signore. Abbandonatevi a Lui con la fiducia con cui un bambino piccolo corre tra le braccia di suo padre. Date forte la mano a Maria Santissima, non la lasciate. Ditele con fiducia: “Sono qui, Madre mia, desiderando amare tuo Figlio, desiderando compiere la sua volontà”.

Dio vi benedica e la Vergine Maria vi aiuti a camminare sempre verso il suo figlio amato! Viva Gesù e viva Maria!

Qui l’articolo originale pubblicato su Catholic Link.

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