Nell’Antico Testamento la si chiama “Aphek”, e vi accadono due fatti che ne consacrano il nome tra le città bibliche maggiori: mentre infatti le tribù nomadi di Israele s’installavano in questa regione canonica, i Filistei fecero resistenza ai nuovi arrivati. Il conflitto sarebbe sfociato in una disfatta narrata dai Libri di Samuele e alla terrificante perdita dell’Arca dell’Alleanza… La città avrebbe poi ospitato Paolo che, dopo il suo arresto, si dirigeva verso Cesarea.
Prima di essere rinominata “Antipatris” da Erode, la città installata presso la piana del Saron, al centro di Israele, ad appena pochi chilometri dal mediterraneo, si chiamava “Apheq” o “letto del ruscello”, visto che le sorgenti dello Yarkon erano vicinissime. La città beneficiava largamente di questa posizione strategica al crocevia delle vie che collegavano il mare alle principali città di Palestina e a Gerusalemme. Collocata su un monticello artificiale (Tel), Aphek si sarebbe trovata ad essere al centro di una infuocata battaglia che avrebbe visto contrapposte le tribù dell’ancora nomade Israele e i Filistei, da poco stanziatisi in quella regione.
Il primo Libro di Samuele, nella Bibbia, racconta questi avvenimenti decisivi (cap. 4). Samuele si rivolge al suo popolo, incoraggiandolo a combattere i Filistei che si accampano ad Apheq, mentre si trovavano presso Eben-Ezer. La battaglia è infuriata in piena campagna, e i Filistei sono in netto vantaggio, avendo ucciso quattromila uomini tra gli israeliti… Quando i superstiti tornano al campo, gli anziani di Israele si lamentano: «Perché il Signore oggi ci ha fatti battere dai Filistei? Andiamo a prendere a Silo l’arca dell’Alleanza del Signore: venga in mezzo a noi e ci salvi dalla mano dei nostri nemici».