di Leonor Gómez Recio
Le paure ci accompagnano sempre, ma ogni nuovo anno è un dono; ogni mese, ogni settimana, ogni giorno, è una nuova opportunità. Voglio vivere tutto al massimo ed essere felice! Per questo, offro quest’anno a Dio come se fosse un quaderno in bianco, perché Lui sia l’autore di una storia di vita e d’amore, e io la matita di cui si servirà come strumento.
Tra tanti propositi, idee, sogni e mete da raggiungere, emergono alcune paure. Per questo voglio parlare di tre timori con cui vi identificherete sicuramente. L’aspetto positivo di tutto questo è che non importa quanto siano grandi le nostre paure – Dio è sempre con noi e ci aiuta a vincerle!
1. Paura dell’ignoto
Ogni persona vuole vivere, amare ed essere amata, essere felice. A volte, però, ci aggrappiamo a un lavoro o a una relazione che non ci rende felici. Anche dove ci troviamo a nostro agio ci sono delle cose che ci rubano la luce che portiamo dentro, per la paura del vuoto che si aprirà quando faremo il salto per ricominciare.
Grazie alla fede che ci ha trasmesso Gesù (insegnandoci che Dio, amore e Padre, ci ama e si prende cura di noi), quel vuoto si riempie con il tutto della sua presenza divina. E questa presenza d’amore, all’interno del nostro cuore, è la luce che ci guida.
Quest’anno voglio camminare seguendo quella luce, senza la paura dell’ignoto. E se in qualche momento mi raggiungerà l’oscurità, accenderò la lanterna della fede che Dio mi ha regalato per guidarmi. “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8, 12).
2. Paura del fallimento
Cos’è il successo? Un risultato favorevole. E il fallimento? Un risultato indesiderato. Il successo e il fallimento sono quindi soggettivi, dipendono da quello che ogni persona considera felicità o insuccessi. Se dopo vari anni in cui si svolge un certo lavoro o si vive un fidanzamento si raggiunge una promozione o ci si sposa, diremo di aver raggiunto quello che volevamo. Realizzare questo desiderio ci rende felici.
In caso contrario, anche se agli occhi della società si è compiuto un progresso a livello professionale o personale, la stessa situazione sarà un fallimento. Se non amo quello che sono e non sono felice, se non amo e non sono capace di rendere felice il mio partner, fallirò. Da ciò deriva l’importanza di scoprire i veri desideri che Dio ha posto nel mio cuore perché io sia felice e lo possa seguire.
Poi bisogna mettersi all’opera, perché diventino realtà, godendosi il percorso e confidando nel risultato, perché “a Dio tutto è possibile” (Mt 19,26).