L’obiettivo di vita della 70enne Anuradha Koirala è aiutare donne e bambini vulnerabiliA 70 anni, Anuradha Koirala è passata dall’essere una vittima di violenza coniugale a donna che gira per le strade di Kathmandu da sola a riscattare le giovani vulnerabili. La sua fonte di ispirazione? Madre Teresa.
La Koirala ha iniziato la sua carriera come insegnante, ma negli anni Novanta si è impegnata con le donne che mendicavano nelle strade di Kathamandu, davanti al tempio Pashupatinath. Essendo stata lei stessa una vittima della violenza domestica, conosceva bene questa piaga e la vulnerabilità di molte di quelle giovani donne.
“Venivo picchiata ogni giorno. Ho avuto tre aborti spontanei, penso per le botte. È stato molto difficile perché all’epoca non sapevo dove andare e a chi dirlo, con chi parlare”, ha spiegato in un’intervista alla CNN nel 2010, come riferisce Global Citizen.
Quell’esperienza terribile l’ha portata ad avvicinare e a cercare di educare le donne con cui si imbatteva mentre mendicavano per le strade. Il suo obiettivo era quello di incoraggiarle a riuscire a sostenersi da sole.
La Koirala ha iniziato con un gruppo di otto donne, dando a ciascuna di loro 1.000 rupie derivanti dal suo duro lavoro. Con quel denaro sono riuscite ad avviare delle attività commerciali e ad andare avanti. La Koirala raccoglieva poi due rupie al giorno dalle sue nuove imprenditrici, denaro che usava per aiutare altre donne.
Nel 1993 ha fondato Maiti Nepal, un’organizzazione no profit che aiuta donne e bambini sfruttati. Il nome “Maiti” si traduce grosso modo come “casa dei genitori di nascita della ragazza”. È particolarmente significativo, perché in Nepal una volta che una donna si sposa viene inserita nella famiglia del marito, e per molte di queste vittime che possono essere state abusate dai mariti o rifiutate dalle proprie famglie Maiti può diventare una vera casa, un vero rifugio.
L’organizzazione dà alle donne l’opportunità di imparare nuove capacità, di gestire campagne di presa di consapevolezza e programmi di empowerment. Nel 2012, con l’aiuto dell forze dell’ordine locali, l’organizzazione ha salvato 18.000 ragazze, e la Koirala non ha alcuna intenzione di smettere: “Quando vedo il loro dolore – il dolore mentale, oltre a quello fisico –, è così inquietante che non posso voltare le spalle. Questo mi dà la forza per combattere e sradicare questo crimine”, ha spiegato al Borgen Project.
Nei suoi anni di attivismo sociale, la Koirala si è guadagnata anche il sostegno straniero, ricevendo 500.000 dollari da parte del Governo statunitense, vincendo vari premi, pronunciando varie conferenze TED e unendosi anche al partito del Congresso nepalese nel 2017. Il suo successo più grande, però, è forse il fatto che ci si riferisca a lei come alla “Madre Teresa del Nepal”.