di Pablo Perazzo
Sappiamo tutti che partecipare alla Messa è molto importante. La maggior parte sa anche che la partecipazione alla Messa è uno dei 10 comandamenti. Sappiamo anche, però, che alcuni cattolici non partecipano regolarmente alla Santa Eucaristia.
Detto in modo rapido e concreto, uno dei motivi principali è perché si intende quella partecipazione solo come un obbligo. Oso dire che la maggior parte della gente che va a Messa non sa cosa accade realmente in quell’ora in cui partecipiamo al Santo Sacrificio.
Per questo, vorrei condividere in questa sede cinque grandi ragioni per comprendere un po’ meglio il significato che ha la Santa Messa e valorizzare l’immenso dono che il Signore ci ha lasciato. Se lo comprenderemo, sicuramente non mancheremo più.
1. Rapporto personale
Anche se è vero che possiamo relazionarci a Dio in qualsiasi luogo, parlando con Lui mentre lavoriamo, guidiamo, cuciniamo, ecc., nell’ora in cui siamo a Messa viviamo un rapporto personale con il Padre attraverso Cristo e grazie allo Spirito Santo che non è possibile in alcun altro luogo.
Il Catechismo ci dice al numero 1373 che Cristo è presente in molteplici modi nella Chiesa: nella sua Parola, nella preghiera della Chiesa, dove due o tre sono riuniti nel suo nome; nei poveri, nei malati, nei prigionieri, nei sacramenti, nel sacrificio della Messa e nella persona del ministro.
La sua presenza sotto le specie del pane e del vino – consacrati durante la Messa – è tuttavia singolare. L’Eucaristia non solo è al di sopra ed è il fine di tutti i sacramenti, ma è anche la fonte e il culmine di tutta la vita cristiana.
Nell’Eucaristia sono presenti in modo vero, reale e sostanziale il Corpo e il Sangue insieme all’anima e alla divinità di nostro Signore Gesù Cristo, e quindi Cristo tutto intero. Le altre presenze sono reali, ma questa è sostanziale, si rende totalmente presente come Dio e come uomo. Sono il suo Corpo e il suo Sangue donati per noi sulla Croce.
San Giovanni (6, 53) ci dice anche che se non mangiamo la carne del Figlio dell’uomo e non beviamo il suo sangue non abbiamo vita in noi. Per questo, l’unico modo per mantenere e nutrire la vita cristiana è attraverso l’Eucaristia.
Non è l’unico modo di nutrire il nostro spirito, ma è quello principale. E ovviamente – anche se non la pensiamo così -, se non andiamo a Messa è perché non sappiamo davvero quanto sia importante, o non vogliamo relazionarci con Lui. Dobbiamo essere molti chiari al riguardo!
2. La Messa è il mistero più incredibile della Chiesa
Mistero è il sinonimo greco della parola “sacramento” in latino. Manifesta attraverso segni visibili realtà invisibili ai nostri sensi. La Messa, in questo senso, ha una quantità impressionante di segni, gesti, parole, canti, preghiere, paramenti, il sacerdote stesso e noi come popolo fedele, che indicano una partecipazione impressionante e senza paragone in alcun’altra forma di preghiera o esperienza liturgica.
È il Sacramento dei sacramenti. Durante quell’ora stiamo partecipando alla glorificazione del Padre, insieme a tutti i santi e angeli nel cielo. È una partecipazione anticipata al banchetto eterno. È vivere già, qui e ora, quello che vivremo in cielo.
Per questo bisogna stare attenti e concentrati, partecipando pienamente alla celebrazione, altrimenti sprechiamo quel mistero, e ovviamente ci annoiamo, ci sembra una perdita di tempo o crediamo che non sia valsa la pena, visto che non sentiamo nulla – proprio perché non abbiamo l’atteggiamento di meravigliarci di fronte alla quantità di segni visibili e sensibili.
Se ci diciamo cristiani e amiamo davvero Gesù, la Messa è il momento privilegiato della nostra settimana, per incontrarci con Lui, stare accanto a Lui, aprirgli il nostro cuore, ascoltarlo e imparare.
3. La meravigliosa “messa in scena” della fede
Il teologo Romano Guardini usa la parola “gioco” quando vuole spiegare la liturgia della Messa, nel senso che non si tratta di un lavoro, ovvero di un mezzo per raggiungere un fine. Si lavora per ricevere lo stipendio e sostenere la famiglia. La Messa è un fine in se stesso, è il modo in cui glorifichiamo il Padre.
In se stessa ha questo fine. Non è un mezzo, un lavoro per guadagnarsi uno stipendio. Pensiamo ai bambini che giocano per il piacere di giocare. Il gioco per i bambini non ha altro fine che il divertimento e la gioia di condividere momenti di gioia. È il modo in cui rendiamo gloria a Dio.
Non solo questo. Pensiamo, ad esempio, quando diciamo che la letteratura o la filosofia sono “arti liberali”. Sono arti esenti da qualsiasi fine. Si fa filosofia per comprendere meglio la propria vita, il mondo, Dio stesso. Lo stesso vale per la letteratura.
Il problema che viviamo al giorno d’oggi è che crediamo che qualcosa che non produce frutti non abbia senso. Questo è uno dei motivi per i quali molti di noi non scoprono la grandezza straordinaria della Messa.
È glorificare Dio, rendergli omaggio, “semplicemente” perché è il nostro Dio. Questo “rendere gloria a Dio” è la cosa più importante che possa vivere l’uomo. C’è di più: tutte le cose, i lavori, l’apostolato, i servizi, ecc., che svolgiamo devono avere come fine rendere gloria a Dio.
4. Momento supremo per rendere gloria a Dio
Nella vita dell’uomo, nell’esistenza umana, non esiste forma più eccelsa per rendere la nostra azione di grazie a Dio per tutto ciò che ha fatto per noi. Nel sacrificio dell’Eucaristia, insieme a tutta la creazione, noi esseri umani – la Creazione eccelsa di Dio, che riflette la Sua gloria – lodiamo e rendiamo grazie per il suo amore nei nostri confronti.
Non c’è forma più grandiosa di manifestare la gloria di Dio. Ci uniamo al sacrificio di Cristo, per realizzare un’alleanza definitiva, eterna con il Padre. Ciò significa che ringraziamo Dio per il creato, la vita, il fatto che ciascuno di noi esista.
5. La grande vocazione divina e la risposta dell’uomo
Nella Messa si plasma l’appello che ci fa il Padre a tornare alla Comunione e partecipazione all’amore trinitario. Dio ci invita a recuperare questa situazione perduta dal peccato, ma ora in un modo che eccede qualsiasi capacità umana. Grazie a Cristo possiamo rispondere all’amore di Dio.
Il peccato ha spezzato la prima alleanza con Dio. Uniti a Cristo – capo mistico della Chiesa –, noi come membri del Corpo Mistico di Cristo possiamo ora come Chiesa tornare all’obbedienza originaria, ma chiamati a una nuova alleanza.
In Cristo siamo chiamati dal Padre a una nuova creazione. È l’appello alla conversione, a lasciarsi indietro il peccato, che ha macchiato l’antica creazione, e ad essere uomini nuovi in Cristo. Ciascuno di noi è chiamato ad essere un altro Cristo.
Bonus
Insomma, se volete essere davvero felici e lasciarvi indietro il peccato partecipate alla Messa. Non dimenticate mai la ricchezza straordinaria del Sacrificio Pasquale. Se abbiamo presenti almeno questi cinque punti, come potremo non voler partecipare al Santo Sacrificio Eucaristico?
Non ho menzionato apposta alcun ostacolo – come la pigrizia, la routine, la svogliatezza -, perché ho voluto sottolineare tutti gli aspetti positivi che si vivono a Messa. Se teniamo conto di tutto questo, allora diventa molto più leggero alzarsi presto la domenica, spingere i figli a prepararsi a uscire, ecc…
La domenica è il giorno della famiglia. È l’unico in cui in genere i genitori possono stare insieme ai figli. Quale modo più bello di trascorrere un’ora con loro alla presenza del Signore? Il nostro amato San Giovanni Paolo II diceva che la famiglia che prega unita rimane unita!