L’ultimo aggiornamento sulla situazione in Cina dice che il numero dei morti causati dal nuovo coronavirus ha superato quota 170. Lo riferisce il Governo cinese dopo altri decessi nella provincia dell’Hubei, che è l’epicentro dell’epidemia. È qui che sono stati confermati 1.700 nuovi casi di contagio, che si sommano agli oltre 6.000 già accertati. In tutto, dunque, i contagi soltanto in Cina sarebbero più di 7.700, di cui 1.370 in condizioni gravi. Intanto tutto è pronto per la partenza dell’aereo che dovrà riportare domani una sessantina di italiani in patria da Wuhan, la città cinese epicentro dell’epidemia del coronavirus mentre i croceristi bloccati a Civitavecchia potranno finalmente sbarcare a terra. Nel frattempo compagnie aeree British Airways, United Airlines, American Airlines e Lufthansa hanno sospeso tutti i voli da e per la Cina e la Russia ha chiuso la frontiera terrestre con Pechino.
L’AGI fa sapere che l’OMS ha definito preoccupante la situazione:
Mercoledì l’appello dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Il mondo intero stia in allerta: deve agire”. Per il capo delle Emergenze, Michael Ryan, l’epidemia causata dal nuovo coronavirus della polmonite va considerata una emergenza globale, contro la quale i Paesi non possono far altro che fermare i viaggi da e per il Dragone.
In particolare, l’Oms ha espresso “seria preoccupazione” per Germania, dove i casi sono 4, Vietnam e Giappone. In Francia i casi sono 5. “Il continuo aumento dei casi e la prova di trasmissione uomo a uomo fuori dalla Cina sono entrambi profondamente preoccupanti”, ha dichiarato il capo dell’organizzazione Onu, Tedros Adhanom Ghebreyesus in conferenza stampa dopo la sua missione in Cina.
“Sebbene il numero di casi fuori dalla Cina sia ancora relativamente basso, c’è il potenziale per un’epidemia di molto più ampia”, ha aggiunto il Ghebreyesus, che anche oggi è stato impegnato a difendersi da quello che ha definito un “errore umano”, ovvero l’indicazione di un livello ‘moderato’ di rischio, corretta dopo qualche giorno in ‘alto’, della diffusione del virus.
E’ evidente che anche il Governo cinese ritiene che siamo solo all’inizio di questa emergenza, altrimenti sarebbe difficile da spiegare anche l’incredibile costruzione di un ospedale da 1600 posti letto nell’area interessata. Al di là dell’incredibile efficienza e dello sforzo economico e umano impiegato – impensabile in qualsiasi paese occidentale – costruire un ospedale in 10 giorni o poco più implica una presa d’atto che le normali strutture sanitarie di prossimità non saranno sufficienti:
The construction of 2nd makeshift hospital, Leishenshan, for #coronavirus patients in #Wuhan, the epicenter of #outbreak, is 40% completed.1,600 beds are planned in Leishenshan Hospital. pic.twitter.com/KI3DVu3wua
— People’s Daily, China (@PDChina) January 30, 2020
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Le storie di chi è Wahun
Mentre le autorità cinesi hanno chiuso la città e costretto in molti a rifugiarsi in casa, il tempo passa noiosamente e hanno iniziato a circolare video dei residenti che cantano, si danno coraggio tra i terrazzini dei condomini e cercano di resistere a questa loro condizione di semi-reclusione, limitando al massimo i loro spostamenti al minimo necessario. Questo è un esempio, i residenti che cantano “Jiayou”, un invito a resistere:
Ma insieme alle storie di resistenza e a quelle buffe ce ne sono di drammatiche, oltre ai morti direttamente causati dal virus, anche quelle indirette, come quella che arriva dalle colonne del quotidiano Beijing Qingnian Bao, il giornale della Lega giovanile del Partito comunista cinese che racconta della tragica morte di un 17enne disabile sarebbe morto in casa di stenti perché il padre, l’unico che si occupava di lui, era stato messo in quarantena forzata dalla polizia. Yang Cheng, questo il nome della vittima, aveva una paralisi cerebrale, una patologia che richiedeva cure assicurategli dal padre 49enne, Yan Xiaowen (TgCom24).
A Chinese dance teacher designs “hand-washing dance” amid a #coronavirus outbreak, to highlight the importance of washing hands properly. #pneumonia pic.twitter.com/rr0y6bab5w
— China Xinhua News (@XHNews) January 30, 2020
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Le indicazioni del Ministero della Salute
“Il nuovo virus, pur essendo classificato per il momento come di tipo B al pari di Sars, Aids o polio, viene gestito come se fosse di classe A, la stessa del colera e della peste”, ha affermato il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell’informativa alla Camera sulla gestione in Italia dell’emergenza coronavirus.
Il ministero ha poi diramato una breve scheda di pubblica utilità:
I coronavirus sono una vasta famiglia di virus che provocano malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS). Il coronavirus 2019-nCoV è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo.
I sintomi più comuni di una persona infetta da un coronavirus sono:
- febbre
- tosse
- difficoltà respiratorie.
Nei casi più gravi l’infezione può causare
- polmonite
- sindrome respiratoria acuta grave
- insufficienza renale.
Essendo una malattia nuova, al momento non esiste vaccino per un nuovo coronavirus né un trattamento specifico. Gli esperti sono però al lavoro.
Per ridurre l’esposizione e la trasmissione di una serie di malattie respiratorie bisogna
- lavare spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche
- curare l’igiene delle vie respiratorie (starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito flesso, utilizzare una mascherina e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso e lavare le mani)
- rispettare pratiche alimentari sicure (evitare carne cruda o poco cotta, frutta o verdura non lavate e le bevande non imbottigliate)
- evitare il contatto ravvicinato, quando possibile, con chiunque mostri sintomi di malattie respiratorie come tosse e starnuti.
La probabilità di introduzione del virus in Italia è considerata moderata, anche se non può essere esclusa (In Europa sono stati confermati i primi casi).
Se si è viaggiato a Wuhan e nelle due settimane successive al ritorno si dovessero presentare febbre, tosse, mal di gola e difficoltà respiratorie, a scopo precauzionale bisogna contattare il medico di fiducia e le strutture sanitarie.
Il Ministero ha istituito una task-force sul nuovo coronavirus, con il compito di coordinare, giorno e notte, le iniziative da mettere in campo. È stato potenziato anche il numero verde 1500 del Ministero della Salute che fornisce gratuitamente ai cittadini informazioni, in italiano, inglese e cinese sul Coronavirus. Il numero è attivo 24 ore su 24.