La fede va condivisa, va portata nella vita di tutti i giorni, deve permeare le nostre azioni quotidiane: è una Luce che non possiamo nascondere perché è qualcosa di tangibile e reale.Diceva loro: «Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere?
Non c’è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce.
Se uno ha orecchi per intendere, intenda!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».
Marco 4,21-25
Che cosa c’è di più potente dell’immagine della luce? Nulla, perché solo la luce ha il potere di cambiare radicalmente la percezione delle cose. Questo è il motivo per cui il Vangelo di oggi ha come fulcro proprio la luce:
Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? Non c’è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per intendere, intenda!
Infatti sarebbe un controsenso accendere una luce per poi nasconderla. Lo scopo della luce è illuminare. Allo stesso modo l’esperienza della fede non può essere relegata al cassetto dell’intimistico. È il grande problema della cultura contemporanea: tu sei libero di credere, ma nella tua sfera privata, nell’intimo dei fatti tuoi, nel fondo delle tue esperienze soggettive. Lungi da me pensare che dovremmo resuscitare esperienze di fede trionfalistiche, autoritarie, secondo un’abitudine sbagliata di ostentazione della fede, ma allo stesso tempo è una visione distorta pensare che l’esperienza della fede sia relegabile alla stregua degli oroscopi o delle squadre di calcio. Anzi per queste ultime sembra ci sia più cittadinanza nella nostra società che nella fede in Gesù Cristo. Cosa significa allora collocare in alto la luce della fede affinché illumini tutta la stanza? Significa innanzitutto a livello personale far diventare l’esperienza di fede il criterio che illumina ogni ambito della nostra vita: le nostre relazioni, il nostro lavoro, le nostre scelte. E a livello comunitario significa domandarsi come può ricevere luce la nostra società dal criterio dell’amore che Gesù ci ha insegnato e fatto sperimentare nel Vangelo. Pensare agli ultimi, a chi fa più fatica, a chi ha una famiglia sulle spalle, a chi cerca speranza in un lavoro, a chi ha diritto a studiare, a chi deve arrivare alla fine del mese non è forse questo portare il Vangelo nella nostra società? Sembra ovvio affermare questo, ma il nostro mondo è permeato da individualismo, non da amore.
#dalvangelodioggi
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