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Pakistan: arcivescovo denuncia il sequestro di adolescenti cristiane

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Aleteia - pubblicato il 29/01/20

Il nuovo Governo del Paese suscita speranza, ma la persecuzione dei cristiani è ancora una sfida complessa

Monsignor Sebastian Shaw, arcivescovo di Lahore, in Pakistan, ha denunciato un’ondata di sequestri di adolescenti cristiane e induiste nel Paese. Si tratta di due delle principali minoranze religiose del Pakistan.

L’arcivescovo ha rilasciato le sue dichiarazioni un’intervista all’agenzia cattolica portoghese Ecclesia durante una sua visita in Portogallo.

Monsignor Shaw sottolinea che le minorenni vengono rapite, violentate e costrette a convertirsi all’islam, pur constatando segnali positivi da parte del nuovo Governo in difesa delle minoranze religiose.

Il caso più noto è quello della giovane Huma Younus, convocata a prestare delle dichiarazioni presso il Supremo Tribunale pakistano il 3 febbraio, fatto inedito nel Paese. La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre si è impegnata ad amplificare la divulgazione internazionale del caso, richiedendo una risposta adeguata da parte delle autorità.


PAKISTANKA

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“Ci sono dei segni di cambiamento”, ha affermato l’arcivescovo. “Il Governo attuale sta lavorando molto perché tutte le persone abbiano un senso di appartenenza e di unità, del fatto che siamo tutti pakisatani. I gruppi terroristici sono più controllati. È un passo importante”.

L’arcivescovo ritiene che si stia costruendo un dialogo con i leader islamici disposti a promuovere una società più pacifica, ispirati al documento sulla “Fratellanza Umana” firmato da Papa Francesco e dal grande imam di Al-Azhar nel febbraio 2019 ad Abu Dhabi.

Osservando che i cristiani rappresentano solo l’1,2% della popolazione cristiana, monsignor Shaw ha aggiunto:

“Negli ultimi anni abbiamo sofferto molto, molto. Ma stiamo uscendo da questa situazione. Il nostro ruolo principale in Pakistan – e penso in tutti i luoghi – è quello di lavorare maggiormente sulla questione della tolleranza. In genere dico al nostro gruppo di dialogo interreligioso, con religiosi e accademici, ‘Saliamo di livello’. Fino a oggi c’è stata sempre tolleranza, ma penso che non sia sufficiente, dobbiamo salire di livello arrivando all’accettazione (…). Nelle nostre scuole, più del 90% degli studenti è costituito da musulmani. Anche questo è un modo per promuovere il dialogo. Amano studiare nelle nostre scuole, spazi più aperti e basati su valori, valori umani”.

La Chiesa cattolica in Pakistan, attraverso la Caritas, è molto coinvolta anche nel settore della sanità e del sostegno sociale.


ZARISH NENO

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