Le prime liturgie della Chiesa cattolica prevedevano una reverenza speciale nei confronti dei Vangeli per tutti i presentiLa pratica attuale nel rito romano della Chiesa cattolica vuole che il sacerdote o il diacono baci il libro del Vangelo dopo la sua recita. Quando si è alla presenza di un vescovo, cardinale o papa, il libro gli viene portato, e sarà il chierico di grado più alto a baciare il libro.
La tradizione di baciare il Vangelo a Messa è antica e ha un ricco simbolismo. Nikolaus Gihr, nel suo libro The Holy Sacrifice of the Mass, spiega che “il libro dei Vangeli, o piuttosto il sacro testo dei Vangeli in generale, rappresenta il nostro Divino Salvatore stesso, e quindi era sempre (come le immagini di Cristo) oggetto di venerazione religiosa… Dopo aver gustato e sperimentato nel Vangelo quanto sia dolce il Signore, quanto sia perfetta la sua dottrina, quanto siano positive e rinfrancanti le sue consolazioni e le sue promesse, il cuore del sacerdote trabocca di gioia e felicità, ed egli bacia le parole di vita eterna per testimoniare la sua profonda reverenza, il suo grande e ardente amore per loro”.
Il Concilio Vaticano II ha ribadito questa convinzione nel fatto che Gesù è presente in modo speciale quando la sua Parola viene proclamata durante la Messa: “È presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura”.
Ciò non sostituisce la Presenza Reale di Gesù nell’Eucaristia, ma vuole ricordarci il potere particolare della Parola di Dio.
Tenendo a mente questo, non dovrebbe sorprendere il fatto che i primi cristiani desiderassero baciare il libro dei Vangeli quando il brano evangelico veniva proclamato a Messa. Ciò veniva fatto per esprimere il loro amore per Dio e il riconoscimento della Sua presenza nella Sua Parola.
In un libro sulla Messa di Thomas Frederick Simmons, questa storia viene spiegata facendo riferimento a vari documenti e ad altre liturgie della Chiesa orientale:
“L’Ordo Romanus descrive che il diacono, dopo aver letto il Vangelo, dava il libro al suddiacono, che lo teneva davanti al petto sopra la casula per farlo per farlo baciare prima al vescovo e al clero, e poi al popolo”.
“Nelle chiese greche si osserva la stessa regola… il sacerdote avanza lungo la navata, e i Vangeli vengono baciati da uomini, donne e bambini della congregazione. Benandot cita la regola della liturgia copta, per la quale il popolo dovrebbe seguire l’esempio dei sacerdoti e baciare il libro dei Vangeli quando gli viene portato dopo essere stato letto”.
Questa pratica è stata molto diffusa in varie regioni fino al XIII secolo, quando è stata espressamente riservata al clero.
I cattolici sono ancora incoraggiati a baciare la Bibbia, anche se non nel contesto della liturgia. Ha senso perché la tradizione antica di permettere a chiunque di baciare il Vangelo non fa più parte della liturgia, visto che creerebbe essenzialmente un’altra “fila di Comunione” e prolungherebbe la durata della Messa.
Si tratta comunque di una bella tradizione, che riconosce il potere delle parole di Gesù nel Vangelo.