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“Molte suore sono vittime della Sindrome di burnout”

Sœur de la communauté Saint-Jean, lors de la messe d'ordinations diaconales et sacerdotales d'ordinands de la communauté Saint-Jean. Basilique Sainte Marie-Madeleine, Vèzelay (89), France.

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Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 23/01/20
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La sindrome da stress da lavoro, e «la disparità di genere» affrontate dal settimanale femminile dell’Osservatore Romano. Pronta una commissione

Molte suore vengono colpite dal «burnout», la sindrome da stress da lavoro, e «la disparità di genere» nella Chiesa è una delle ragioni.

A scriverlo è il settimanale “Donne Chiesa Mondo” dell’Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, in un servizio intitolato “Donne, Chiesa, Mondo“.

“Comunità resilienti”

È stata l’Unione internazionale delle Superiori generali (Uisg) a discutere del problema in una riunione a Roma: fino a decidere l’istituzione di una «commissione triennale per la cura della persona», riferisce il settimanale.

Suor Maryanne Lounghry, psicologa e religiosa australiana, ha diretto la riunione e riassume: «Il nostro obiettivo è costruire comunità resilienti. Non dobbiamo limitarci a intervenire sul singolo caso ma considerarci all’interno di un ecosistema. La disparità di genere è uno dei nodi, dobbiamo chiederci cosa succede nella nostra Chiesa e nel Paese in cui operiamo».

SIOSTRY ZAKONNE

Beata Zawrzel/REPORTER

Dal calo delle vocazioni agli abusi

Le questioni sono tante: calo delle vocazioni, conventi che chiudono, gestione dei beni, pesantezza di strutture che talvolta sono organizzate ancora come nei secoli passati. E poi ci sono anche «gli abusi sessuali e di potere» commessi dagli uomini di Chiesa.

Il 7 maggio dell’anno scorso, del resto, il Motu Proprio di Papa Francesco Vos estis lux mundi per contrastare gli abusi non riguardava solo i crimini pedofili. Oltre ai delitti contro i minori e le «persone vulnerabili», il testo parla anche di altri crimini sessuali che derivano dall’abuso di autorità: i casi di violenza di preti e vescovi sulle suore (Corriere, 23 gennaio).


JOHN PAUL II
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Cambiamenti nella vita consacrata

“Donne Chiesa Mondo” ha intervistato su questi temi il cardinale Joao Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica. «L’Europa attraversa un momento molto difficile – dice il prelato – si chiudono molte case, ci sono molti abbandoni. La vita consacrata ha radici molto forti ma non ci si è accorti che alcune cose vanno cambiate, perché sono invecchiate. La formazione prima di tutto, poi la questione della fraternità, e infine il rapporto autorità-obbedienza. Senza dimenticare il rapporto uomo-donna: perché il consacrato e la consacrata devono essere così separati?».

La casa per le Sorelle mandate via

Il cardinale parla anche dell’abuso di potere all’interno delle congregazioni: «Abbiamo avuto casi di superiore generali che una volta elette non hanno più ceduto il loro posto»; e della decisione del Papa «di creare a Roma una casa per accogliere dalla strada alcune suore mandate via da noi o dalle superiore, in particolare nel caso che siano straniere».

Sugli abusi sessuali, sottolinea infine il cardinale, «il Papa chiede totale trasparenza».



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