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Dalla strigliata del Papa al manifesto d’Assisi: la Chiesa in campo per l’ambiente

Plums of Smoke from Factory

© Kim Seng-CC

This is the sugarcane refinery factory in Belle Glade, Florida release large plums of smoke pollution into the environment. Single exposure HDR image tone mapped in Photomatix Pro.

Gelsomino Del Guercio - pubblicato il 23/01/20

Francesco ai big del pianeta a Davos, e i frati ad Assisi offrono modelli concreti per combattere i cambiamenti climatici. Ecco le loro stretegie

Oltre 3.000 leader, fra cui 53 capi di Stato e di governo provenienti da 117 Paesi del mondo. Il Forum Economico Mondiale di Davos è stato scosso da un messaggio duro di Papa Francesco.

«Porre la persona umana, piuttosto che la semplice ricerca di potere o profitto, al centro delle politiche pubbliche», ha strigliato il Papa. Un dovere che «spetta ai settori economici e ai governi allo stesso modo, ed è indispensabile nella ricerca di soluzioni eque per le sfide che abbiamo davanti» (Avvenire, 22 gennaio).

Per farlo secondo il Pontefice occorre avere uno sguardo a lungo termine che «tenga conto della dimensione etica», alludendo a quel concetto di ecologia integrale, a lui caro, ben spiegato nell’Enciclica Laudato Sii.

POPE FRANCIS
Antoine Mekary-Aleteia

“Troppo spesso visioni utilitaristiche”

Nel messaggio inviato a Klaus Schwab, presidente esecutivo del World Economic Forum, il cui testo è stato consegnato dal cardinal Peter Turkson, in qualità di rappresentante della Santa Sede al Forum, Francesco sottolinea come «troppo spesso visioni materialistiche o utilitaristiche» che vedono «gli altri come un mezzo per raggiungere un fine» portino ad una mancanza «di solidarietà e carità, che a sua volta dà luogo a una reale ingiustizia»

Uno sviluppo umano veramente integrale, invece, «può prosperare solo quando tutti i membri della famiglia umana sono inclusi nella ricerca del bene comune e vi possono contribuire» (Vatican News, 22 gennaio).

Il Manifesto di Assisi

Un messaggio in linea con quello che in queste ore sta arrivando da Assisi. Costruire un’economia e una società più a misura d’uomo in grado di affrontare con coraggio la crisi climatica, grazie ad una nuova alleanza tra istituzioni, mondo economico, politica, società e cultura: è l’obiettivo del ‘Manifesto di Assisi‘, documento “contro la crisi climatica” che ha raccolto oltre 1.700 firme, e viene presentato il 24 gennaio, presso il Sacro Convento.

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BRAD COY | CC

“Consapevolezza green”

«Una grande pagina di speranza, una svolta epocale, culturale e ambientale per passare dalle parole ai fatti», è stato sottolineato nel corso della presentazione a Perugia. Tra i promotori del Manifesto ci sono il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, il direttore della rivista San Francesco, padre Enzo Fortunato, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, quello di Confindustria, Vincenzo Boccia, l’amministratore delegato Enel, Francesco Starace, e di Novamont, Catia Bastioli.

«Questo manifesto, che delinea quindi un prima e un dopo per le politiche ambientali in Italia, non poteva non partire dall’Umbria perché frutto della consapevolezza green che hanno sia Assisi sia questa regione», ha evidenziato padre Fortunato (Ansa.it, 22 gennaio).


ecology

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Mal’aria

Una svolta tanto più necessaria nel nostro Paese anche a causa dei drammatici dati sulla qualità dell’aria, provenienti sopratutto dalle regioni del nord Italia, dove la concentrazione di inquinanti, Pm10, Pm2,5, biossido di azoto, monossido di carbonio, è su una soglia d’allarme da troppo tempo.

Il dossier Mal’aria di Legambiente ha rivelato che a gennaio 2020, Frosinone, Milano, Padova, Torino e Treviso sono le città che hanno già registrato 18 sforamenti per il di PM10.

Il 2019 anno, si legge nel report, è stato nero per la qualità dell’aria: 26 i centri urbani fuorilegge sia per polveri sottili (PM10) sia per l’ozono (O3). Prima Torino con 147 giornate fuorilegge (86 per il PM10 e 61 per l’ozono), seguita da Lodi e Pavia.

Dal 2010 al 2019 il 28% delle città monitorate da Legambiente ha superato ogni anno i limiti giornalieri di PM10. Torino prima in classifica 7 volte su 10 con un totale di 1086 giorni di inquinamento in città.

POLLUTION
By Artic_photo | Shutterstock

Città soffocate dallo smog

Città soffocate dallo smog, dove l’aria è irrespirabile sia d’inverno sia d’estate. Tra le principali fonti di emissione il traffico, il riscaldamento domestico, le industrie e le pratiche agricole. In questo quadro l’auto privata continua ad essere di gran lunga il mezzo più utilizzato, se ne contano 38 milioni e soddisfano complessivamente il 65,3% degli spostamenti (Legambiente.it).

Ecco perché ecologia integrale e manifesto d’Assisi sono una risposta programmatica concreta e ottimale per stimolare un cambiamento epocale (necessario), al di là di slogan e annunci politici.




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