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Pesava 22 kg: morta la ragazza cinese che pativa la fame per curare il fratello disabile

WU HUYAN, CHINA, MALNUTRITION

Peolpes Daily China | Youtube

Annalisa Teggi - pubblicato il 16/01/20

Si chiamava Wu Huayan, orfana da piccolissima e studentessa: viveva con 26 centesimi al giorno per comprare le medicine al fratello. Sospetti di frode sulla raccolta fondi per lei indignano la Cina.

Pochi dati scarni su di lei; una presenza quasi trasparente che infine è sparita davvero, si è letterlamente consumata. È morta di denutrizione Wu Huayan, a soli 24 anni pesava neanche 22 chili; le cure tardive in ospedale non hanno potuto evitare il peggio e in molti oggi sospettano che ci sia stata una frode nella raccolta fondi per la sua causa: l’ultimo crudele schiaffo nella cornice di un dramma umano che oggi – tardi, troppo tardi – indigna la Cina e il mondo intero.

26 centesimi al giorno

Di lei circolano

che la inquadrano durante le sue ultime settimane di vita in ospedale: uno scheletro avvolto in un pigiamone azzurro e gli occhi sempre bassi. Qualche infermiera le porge da mangiare e controlla i suoi valori corporei. Eppure la bilancia e gli elettrocardiogrammi hanno potuto solo dichiarare con aridi numeri l’epilogo di una sofferenza umana che parla di solitudine e affetto.


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Rimasta orfana all’età di 4 anni e con un fratello affetto da problemi mentali, Wu Huayan ha fatto di tutto per sopravvivere in una delle province rurali più povere della Cina meridionale, il Guizhou. Due zii la aiutavano con tutto ciò che potevano darle, il corrispettivo in yuan di 39 nostri euro al mese. La maggior parte di denaro era usata per curare il fratello, il costo delle cui medicine e visite si è fatto sempre più alto e addirittura inarrivabile. Per sé la ragazza teneva 26 centesimi, nutrendosi – se così si può dire – di riso e peperoncini: questa misera dieta è stata il suo sostentamento negli ultimi cinque anni. Non so immaginare come, ma si è diplomata alla scuola professionale e grazie a ciò ha ottenuto un sussidio di 7 mila yuan all’anno (parliamo di 900 euro…); si è anche iscritta all’università ma nell’Ottobre del 2019 è stata ricoverata in ospedale per seri problemi cardiaci e respiratori e complicazioni ai reni. L’anima reggeva, ma il suo corpo ha alzato bandiera bianca.

La malnutrizione le aveva causato la perdita delle sopracciglia e di parte dei capelli e i suoi problemi di salute, per molto tempo non curati, sono andati peggiorando. (da BBC)

Economia cinese: grande boom, enorme diseguaglianza

Per molti cinesi, la storia di Wu è un severo monito per ricordare che nonostante le promesse politiche e il balzo economico del paese, la povertà è ancora una dura realtà nelle zone più rurali della Cina. Alcuni, poi, si spingono a creare un nesso tra questa tragedia e il problema che il paese ha con la corruzione che erode le risorse pubbliche. (Ibid)

I grandi numeri e una piccola presenza, questo lo strappo tra i diagrammi astratti e il benessere delle persone.


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Quando si parla di economia reale a cosa ci si riferisce? Non ho alcun titolo per esprimere opinioni qualificate in merito, i pochi rudimenti che ho ruotano attorno alla visione economica imparata da Chesterton per cui: «il tratto distintivo ed essenziale della nostra idea umana è che un uomo buono e felice è un fine in se stesso, è che ogni anima vale». Tutto ciò che mostra bilanci in positivo, ma trasforma il popolo in una massa indistinta quanto un polverone d’insetti (… facili da schiacciare) è nemico dell’uomo. Questo vale per la Cina e per ogni paese a qualsiasi latitudine. Oltre alla crescita, agli affari e ai guadagni, c’è un altro termometro decisivo per il benessere/malessere di uno stato: la diseguaglianza sociale.

Mentre l’economia cinese è esplosa negli ultimi decenni, la povertà non è scomparsa, i dati dell’Ufficio nazionale di Statistica dichiarano che nel 2017 erano più di 30 milioni gli abitanti delle zone rurali costretti a vivere sotto la soglia di povertà, indicata con il valore di 1,90 dollari di disponibilità giornaliera. Anche la diseguaglianza è cresciuta, a confermarlo una ricerca del Fondo Monetario Internazionale che ha dichiarato la Cina “uno dei paesi con maggiore disegualglianza sociale”. (da IMFBlog)
CHINA WORKERS
AP Photo - Kin Cheung
Protesters holding placards, scuffle with police officers during a demonstration in Hong Kong, Wednesday, Nov. 29, 2017 as they are against evictions of poor in Beijing. Authorities in Beijing have launched sweeping evictions of workers who have migrated from elsewhere in the country, triggering a public outcry over the treatment of people the city depends on to build skyscrapers, care for children and take on other lowly paid work. The Chinese words on placard read "Protest against violently evictions of the poor in winter, punish the illegal unit strictly". (AP Photo/Kin Cheung)
Ma Wu Huayan non è solo vittima di un’economia senza volto, e senz’anima; molti sono pronti a dire che anche la raccolta fondi in suo favore sia stata usata con il cinismo, dirottando altrove gran parte dei soldi ricevuti:
Insieme allo sviluppo di piattaforme on line per la raccolta fondi, il sostegno a cause umanitarie precise è diventato sempre più popolare in Cina. Ma la piattaforma caritatevole cinese si è guadagnato l’attenzione mediatica quando è stato rivelato che erano stati raccolti un milione di yuan (145 mila dollari) per una ragazza gravemente malata ma lei ne aveva ricevuti solo 20 mila (3 mila dollari). La ragazza è morta lunedì. (da BBC)

È incredibile dover ammettere che si possa arrivare a usare una ragazzina così indifesa e prostrata. L’ultimo elemento raccapricciante, se dovesse essere confermato, è che forse il destino di Wu non sarebbe stato segnato da una morte prematura se il sostegno ricevuto dai comuni cittadini che le hanno mandato un contributo fosse arrivato a buon fine.


ROBERTO MOLINARI

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Una piccola barca sull’altipiano

Mi sono resa conto che il mio commento più sincero a questa storia è il silenzio, quello che vorrebbe figurarsi nei pensieri un abbraccio che qui nella realtà non c’è. Documentandomi, ho trovato una poesia scritta da Wu Huayan; è un pensiero che suona come un preghiera che senz’altro ora è stata esaudita. È la voce di chi sa che non resterà per molto sulla terra e immagina un viaggio:

Alla fine, ritornerò sull’altipiano di Yungui, per piantare un mare blu sul crinale più alto del Guizhou; e ci sarà una piccola barca, piena di cibo e vestiti, che mi porterà verso un posto lontano.
YUNNAN, PLATEAU, CHINA
Peter Morgan | Flickr

Cibo e vestiti, un desiderio così semplice. Sono andata a cercare l’altipiano di Yungui, la regione dove è nata Wu: una natura strana, piena di creste montuose su cui i contadini sono riusciti a ricavare terrazzamenti che visti dall’alto sembrano disegni artistici. Queste risaie, quando sono inondate d’acqua, danno davvero l’impressione che un mare sia stato piantato in cima alle montagne. Un uomo all’opera è capace di fare cose impossibili, e buone. Anche Wu ha fatto l’impossibile, si è adoperata con tutte le forze per tenere in vita quel che restava della sua famiglia. La sua piccola barca ora è arrivata in porto in quella terra lontana che noi chiamiamo Paradiso, dove ogni sua privazione verrà moltiplicata sotto forma di eterna letizia.

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