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Perché tanti santi hanno scelto di vivere nelle grotte?

SAINT FRANCIS OF ASSISI

Giovanni Bellini | Public Domain

Philip Kosloski - pubblicato il 15/01/20

Una scelta diffusa tra molti santi per motivi sia pratici che spirituali

Alcuni dei più grandi santi della Chiesa cattolica hanno abbandonato il comfort del mondo per cercare rifugio in una grotta. La lista è lunga, e include San Benedetto, Sant’Antonio abate, San Girolamo, San Giovanni Crisostomo e perfino San Francesco in certi periodi della sua vita.

Perché questi santi hanno scelto delle grotte? Non avrebbero potuto vivere in un monastero o in una piccola abitazione attigua a una chiesa?

Per molti santi le grotte furono inizialmente una scelta pratica. In Europa, Terra Santa e Nordafrica, le grotte sono un elemento naturale del paesaggio. Non è difficile, uscendo dalle città, trovare una grotta incastonata in una montagna vicina. La maggior parte delle grotte, inoltre, richiede la totale assenza di mezzi materiali. Un monaco o una religiosa poteva vendere tutto ciò che aveva, vagare tra le montagne e trovare una grotta senza aver bisogno di denaro e di nient’altro.


FATHER DAVID JONES,HERMIT,IRELAND

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Le grotte offrono anche una protezione sufficiente sia dagli elementi naturali che dai criminali. La maggior parte di loro mantiene una temperatura costante nel corso dell’anno, trattenendo il calore in inverno e rimanendo fresca d’estate. Le tempeste hanno poi effetti minimi, permettendo di essere al sicuro indipendentemente dal tempo.

Una grotta ben situata può anche essere “invisibile”, e chi vi passa vicino può anche non notarla, il che protegge la persona sia dai criminali che dai soldati nemici.

Le grotte erano anche una scelta spirituale, richiamando l’eremita più famoso dell’Antico Testamento, il profeta Elia, che trovò la presenza di Dio proprio mentre viveva in una grotta: “Ivi entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco il Signore gli disse: «Che fai qui, Elia?»” (1 Re 19, 9).

Le grotte rappresentavano un perfetto santuario spirituale del tutto separato dal resto del mondo, e si trovano spesso in zone difficili da raggiungere, lontane dalle vie principali.

Ricordavano poi anche la morte e la sepoltura di Gesù, rappresentando la “morte” al proprio vecchio io che i santi cercavano per sperimentare una novità nella loro vita spirituale.




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In molti casi le grotte non sono state le dimore permanenti dei santi, ma servivano da luogo di ritiro. San Francesco d’Assisi e i suoi confratelli, ad esempio, trovavano rifugio spirituale nelle grotte del Monte Subasio. Era un luogo isolato in cui potevano contemplare Dio in silenzio e permettere alla Sua presenza di riempire la loro anima prima di tornare nel mondo.

Le grotte hanno dunque una lunga storia nel cristianesimo, e molte continuano ad essere usate in tutto il mondo da individui e gruppi che si sentono chiamati da Dio a trovare la Sua presenza in un luogo lontano dalle distrazioni del mondo moderno.

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