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A 6 anni sconfigge la leucemia: a scuola standing ovation per il piccolo John! (VIDEO)

SCHOOL

Megan Zippay

Giovanna Binci - pubblicato il 15/01/20

Un piccolo eroe che ha lottato tre anni contro la leucemia, ma non era solo. In tanti lo sostenevano con la speranza e lo aspettavano a scuola: finalmente lo accolgono con una standing ovation degna di Rocky! Anche la luce in fondo al tunnel della malattia è più luminosa se lungo il corridoio ci sono mani tese e sorrisi!

Come una festa a sorpresa, ma con qualcosa di diverso da festeggiare: tre anni. Non anagrafici, perché John Oliver Zippay, il piccolo J.O., come lo chiamano affettuosamente, della scuola elementare St. Helen Catholic School di Newbury, in Ohio, di anni ne ha sei, ma dal 1 novembre 2016 la sua vita si è come fermata a seguito della diagnosi di leucemia linfoblastica acuta. Cicli di chemioterapie, scuola frequentata a singhiozzo, quel tanto che era possibile per regalargli almeno qualche ora di spensieratezza e di normalità, quella che i suoi compagni, tra quei banchi vivono ogni giorno e di cui spesso, da bravi studenti, si lamentano. Per John era la vita: quella a cui tornare il più presto possibile dopo le cure. Perché si sa, la normalità è noiosa e da rifuggire solo quando ce ne stiamo beatamente immersi dentro, ma se arriva una malattia che ti strappa ai giochi, agli amici e anche ai compiti, allora tutto è da riconquistare e tornare alla lavagna con l’interrogazione a sorpresa è il traguardo più bello del mondo.

La forma di leucemia che l’ha colpito ha generalmente una buona prognosi per i bimbi, ad eccezione dei piccoli colpiti nel primo anno di vita.

“Quasi tutti raggiungono un periodo di remissione dei loro sintomi e l’85% dei pazienti guarisce completamente”, così si legge sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità.

Non poteva muoversi, neanche per partecipare alle lezioni di educazione fisica a scuola.

si legge sulla notizia che riporta le parole dei genitori sull’Huffington Post.

Vuoi che tuo figlio cresca, giochi fuori e si diverta. Finora per noi non è stato così e adesso siamo davvero eccitati. Finalmente possiamo guardare al futuro di nostro figlio.

Questo bambino ha vinto la sua lotta e dopo le ultime vacanze natalizie, nella sua scuola ci è tornato col suo maglioncino verde ben stirato e una sorpresa ad aspettarlo. La mamma, Megan, ha postato sui social il video dell’ingresso a sorpresa nel corridoio dell’istituto organizzato da compagni di tutte le classi e insegnanti per dare al piccolo il bentornato definitivo, alla fine dei tre anni di chemio: un corridoio di mani, sorrisi, applausi. Una standing ovation come per Rocky che esce dallo spogliatoio anche se J.O., questa volta, il ring lo lascia per sempre, da vincitore della battaglia più dura della sua vita. Una lotta troppo grande per un bambino di tre anni, una che poteva essere chiesta a chiunque, ma non a chi dovrebbe solo pensare a sporcarsi e rompere i Thun da collezione della mamma. Ma spesso, come nei migliori film, è proprio dai presupposti più disperati e inaspettati che escono i finali migliori. E in questo caso, il piccolo J.O. con la sua tenacia e l’incrollabile speranza della famiglia, ha regalato a tutti un lieto fine davvero degno di standing ovation! “Si merita un ritorno così in grande”, ha detto uno dei suoi insegnanti, sempre come riportato dall’Huffington Post.

Uno dei più piccoli nella sua scuola, attraversa il corridoio umano incerto, di sicuro anche frastornato da tanto calore che non si aspettava di trovare! Al termine della passerella d’onore, dopo aver ringraziato timidamente gli altri ragazzi e gli insegnanti con un gesto di saluto, c’erano mamma e papà ad aspettarlo, per sciogliere l’imbarazzo e la tensione non solo di quel momento, ma di questi anni difficili, in un abbraccio. Questo saluto, che non poteva che diventare virale, dice “eravamo tutti con te”, ti abbiamo visto, anche se credevi di essere invisibile, anche se con noi, fisicamente, ci sei stato poco. La tua battaglia è stata anche la nostra: quella degli insegnanti in primis che hanno fatto di tutto perché il piccolo non restasse indietro rispetto ai compagni nello studio. E se gli eroi, i campioni, servono a farci sognare, a dirci che tutto è possibile, che un podio, una mission impossible, un qualcosa di eccezionale può realizzarsi sempre, J.O. ha ricordato a tutti i suoi compagni che anche la normalità è un grande tesoro, una medaglia per cui vale la pena lottare sempre, senza avere grandi super poteri o il talento di Rocky. Se la malattia, come è stato per questa famiglia, è percorso lungo anni, in cui spesso la fine si avvicina lentamente e la luce stenta a farsi spazio, è certo che, se lungo il corridoio ci sono mani tese, amici, sorrisi e parole di incoraggiamento, la speranza non si spegne. Fino alla fine.

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