Il titolare di una pizzeria di Sondrio ha esposto un avviso in cui vieta l'ingresso ai bambini maleducati. Giusto? Sì, però, quali sono i bambini educati, quelli che stanno sempre zitti e buoni? Se è così c'è un problema.
Stanno seduti e attenti a scuola 5 ore al giorno; a messa devono stare seduti e silenziosi; in un ristorante devono mangiare composti e senza gridare. I bambini vanno tenuti al guinzaglio in pubblico? E a chi borbotta che per farli sfogare ci sono i parchi, rispondo che anche per giocare nei parchi pubblici oggi ci sono le regole. L’infanzia è il tempo della sacrosanta esuberanza, eppure in diversi contesti si manifesta una forte insofferenza alla presenza tumultuosa dei piccoli e un recente fatto di cronaca mi ha fatto mettere a fuoco meglio il perché: certa maleducazione esagerata dei bambini grida un bisogno di relazione, a cui ci basta rispondere con degli schemi. Ma partiamo dalla cronaca.
Sta facendo discutere, anche se non è il primo caso, la provocazione di una pizzeria in provincia di Sondrio il cui titolare, il 24 enne Gabriele Berbenni, ha affisso all’ingresso del suo locale un avviso per impedire l’ingresso ai bambini maleducati:
Avviso a tutti i genitori, lasciate a casa i bambini maleducati, provate ad educarli, nel caso non vi fosse possibile cambiate ristorante o restatevene a casa. Ci riserviamo il diritto di prenderli in cucina a lavare i piatti con tanto di nastro adesivo sulla bocca. Firmato: L’uomo nero. (da Corriere)
Per quanto scherzoso possa essere il tono, l’immagine di un bambino col nastro adesivo sulla bocca mi turba. Cosa si vuole imbavagliare? Certo, tutti abbiamo assistito a scene davvero tremende nei locali pubblici: bambini fuori controllo che provocatoriamente compiono gesti irrispettosi. Il pizzaiolo si lamentava di piccoli che correvano su e giù per le sale, giocavano a nascondino nei bagni, stavano in piedi sulle sedie. Mi auguro però che nessuno si aspetti che un bambino stia immobile per più di un’ora seduto a un tavolo e sia capace di mantenere un tono di voce che non superi il sussurrato. C’è un abisso tra un bambino che rovescia apposta le stoviglie dai tavoli e un bambino che ride di cuore. Insomma, bisogna intendersi sul significato di maleducati. Ed è chiaro che il discorso si sposta dall’infante ai suoi genitori. Tutta l’urlante sregolatezza di certi bambini manifesta una carenza grave nel mondo degli adulti. Ma non è l’unico orizzonte: il discorso si sposta anche sul tipo di ritrosia che la società sempre più spesso manifesta verso ciò che sfugge, anche benedettamente, dagli schemi.
Riassumo la mia perplessità in forma paradossale: anche dei bambini seduti e zitti al tavolo di un ristorante con gli occhi fissi su uno smartphone sono mal-educati (forse sono addirittura più mal-educati del bambino che gioca a nascondino in bagno). Perché ho il sospetto che quel pizzaiolo non caccerebbe loro e la famiglia dal suo locale? Eppure io lo stimerei moltissimo, in quel caso.