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Vi sentite socialmente ansiosi? Provate questo gesto ispirato a Gesù

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Theresa Civantos Barber - pubblicato il 13/01/20

Vi sentite socialmente ansiosi? Provate questo gesto ispirato a Gesù

Timido o estroverso, chiunque a volte si sente socialmente ansioso. Incontrare i membri della famiglia estesa che vivono lontano, una riunione in ufficio con colleghi con cui si lavora raramente, ritrovarsi con altri genitori alla scuola dei propri figli o perfino gli incontri tra vicini… può sembrare che ci siano infinite occasioni in cui si deve trovare qualcosa di cui parlare con gente che si conosce a malapena.

Fortunatamente il Papa emerito Benedetto XVI offre una splendida soluzione all’ansia sociale nella sua enciclica Deus Caritas Est. Guardando gli altri con un amore autentico sul modello di quello di Cristo, dice, possiamo “collegarci” in modo reale: “Io vedo con gli occhi di Cristo e posso dare all’altro ben più che le cose esternamente necessarie: posso donargli lo sguardo di amore di cui egli ha bisogno” (DCE 18).

Il primo passo, scrive, è essere saldamente radicati nell’amore per Cristo, amore che porterà naturalmente ad amare il prossimo, come ci dicono la Bibbia e la tradizione della Chiesa.

“Si rivela così possibile l’amore del prossimo nel senso enunciato dalla Bibbia, da Gesù. Esso consiste appunto nel fatto che io amo, in Dio e con Dio, anche la persona che non gradisco o neanche conosco. Questo può realizzarsi solo a partire dall’intimo incontro con Dio, un incontro che è diventato comunione di volontà arrivando fino a toccare il sentimento”.

La chiave è un cambiamento di prospettiva: anziché sperare che gli altri si interessino a noi, dobbiamo interessarci a loro. Anziché sperare che gli altri restino impressionati da noi, cerchiamo qualcosa da ammirare in loro. In altri termini, proviamo a mostrare loro l’amore e la cura attenta che darebbe loro Cristo.

“Allora imparo a guardare quest’altra persona non più soltanto con i miei occhi e con i miei sentimenti, ma secondo la prospettiva di Gesù Cristo. Il suo amico è mio amico. Al di là dell’apparenza esteriore dell’altro scorgo la sua interiore attesa di un gesto di amore, di attenzione”.

Non è una soluzione ovvia, ma è sorprendentemente semplice: cercare le ragioni per amare la persona con cui si sta parlando, e la conversazione scorrerà naturalmente. È anche molto probabile che la persona ricambi il nostro interesse e voglia portare avanti l’amicizia perché percepisce il nostro interesse nei suoi confronti, ma se non lo fa va bene lo stesso. L’amore per il prossimo è qualcosa che si fa per Cristo, ed Egli vede e conosce i nostri sforzi, che non andranno perduti.

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