Quella dell'Epifania è – si sa – “la festa dei Re Magi”, ma è tale soltanto in Occidente, e più precisamente a partire da un'acquisizione romana poi esportata in Europa (fortunatissima in Germania) e nel mondo. Storicamente però era la significazione battesimale di una datazione orientale del Natale, e poi ha accolto in sé i sensi dell'adorazione dei Magi e del segno di Cana.
Le tracce di questo antichissimo processo restano in buona parte poco perspicue, ma qualcuna ne permane nella tradizione di Aquileia, in cui si trova ancora una benedizione speciale dell'acqua dell'Epifania in memoria di quando, scendendo nelle acque del Giordano, Cristo le santificò per sempre.
La benedizione dell'acqua all'Epifania è stata mantenuta dai cattolici orientali, ma anche in Occidente, nell'oasi aquileiense, c'era una cerimonia opzionale che rendeva omaggio a questa tradizione:
Questa benedizione pone tuttavia meno enfasi sulla commemorazione del Battesimo di Gesù e più sulla natura simbolica dell'acqua come agente di pulizia.
In questo modo, la benedizione dell'acqua dell'Epifania si usa per espellere Satana e tutti i suoi angeli demoniaci.
È una benedizione potente, che usa un linguaggio forte per invocare il potere di Dio sul male. Ci ricorda il potere spirituale dell'acqua benedetta e ci esorta a usarla con fede, confidando nell'aiuto protettore di Dio sui nostri nemici spirituali.
Ecco un estratto della preghiera, che è piuttosto lunga:
La tradizione di Aquileia, forse mutuata da Grado, è stata restituita alla luce di una rinnovata comprensione tramite la conduzione e la pubblicazione di uno studio storico-filologico curato da don Loris Della Pietra, Alessio Persic, Gabriele Zanello, pre Josef Cjargnel e Giovanni Zanetti. Don Della Pietra, direttore dell'Ufficio Liturgico della Diocesi di Udine, ha così esposto l'interesse del lavoro: