Alcuni si concentrano solo sul successo professionale, trascurando tutti gli amori, senza rendersi conto che nell'ineludibile destino della pensione dovranno compiere un bilancio umano al di fuori dell'ambito lavorativo
L’orgoglio “buono” è umanamente positivo quando ha origine in sentimenti nobili che hanno a che vedere con il bene della persona, come la nascita di un figlio, un successo accademico o la statura morale di un amico o un parente.
Anche il desiderio di competere è positivo quando obbedisce a desideri nobili che mettono in gioco il meglio della natura, senza trascurare alcun valore.
Esiste però una cattiva combinazione del cattivo orgoglio con lo spirito competitivo, in cui il legittimo desiderio di autosuperamento di chi cerca di realizzare il meglio della sua natura personale viene sostituito dall’unico desiderio di essere e avere più degli altri.
E il cattivo orgoglio è insaziabile.
Trascinate da questo sentimento, alcune persone si concentrano solo sul successo professionale, trascurando tutti gli amori, senza rendersi conto che nell’ineludibile destino della pensione dovranno compiere un bilancio umano al di fuori dell’ambito lavorativo.
In quel momento potrebbero arrivare a sentirsi di troppo.
Sono persone “di successo” che arrivando a questa tappa si lamentano nei confronti di chi ritengono debba loro qualcosa, con l’affanno di possedere cose e persone.
È un sentimento che in genere esprimono in frasi come “Non mi riconoscono niente né mi ringraziano”, “Ho lavorato molto, ma è stato per dare il meglio alla mia famiglia”, “Quelli che si dicevano miei amici mi cercavano solo per interesse”.
Ciò che è certo è che hanno fatto tutto per orgoglio e avidità, credendo che con il denaro si ottenga tutto, come l’amore di una famiglia, l’affetto e il riconoscimento da parte di persone care ed estranei.
Questo spiega perché nonostante il loro “successo” non abbiano saputo amare e abbiano aspettato solo di essere amate; non si sono donate, ma esigevano donazione, e sono state persone tiranniche, suscettibili e diffidenti che riconoscevano difficilmente di aver sbagliato.
Come è nato il germe del loro cattivo orgoglio?
È probabile che quando erano studenti non aspirassero al sapere, ma a ottenere il voto più alto del loro gruppo, a essere i migliori in un certo sport o quelli che eccellevano in questo o quello…